Zampa: «Prodi sa chi l’ha tradito. Se vuole, farà i nomi…»
La portavoce dell’ex premier, parlamentare Pd: «Il Professore sapeva che alcune persone non erano trasparenti e chiare. Mi ha scritto “Guarda, ho già capito che non passerò mai”»…
Intervista a Sandra Zampa su L’Unità online del 22 aprile 2013
Romano Prodi «si aspettava e sapeva già che non sarebbe passato e me lo ha detto molte ore prima che i numeri comparissero alla fine chiari, nero su bianco». Così Sandra Zampa, parlamentare del Pd (al momento autosospesa dal gruppo) e portavoce dell’ex premier, svela alcuni retroscena sulla mancata elezione di Prodi alla presidenza della Repubblica. Dall’Africa, dove si trovava mentre si votava in Parlamento, questo il messaggio trasmesso da Prodi a Zampa: «Guarda, io ho già capito che non passerò mai».
Il Professore «aveva capito da alcune telefonate che si erano incrociate tra l’Italia e il Mali – riferisce la parlamentare, in un’intervista registrata ieri sera e diffusa stamattina da Radio popolare e Radio città del capo – che alcune persone, alcune volontà non erano trasparenti e chiare».
Prodi sapeva, dunque, che l’area dalemiana e quella degli ex Popolari erano contrarie alla sua elezione? «Ha capito da alcune telefonate che non l’avrebbero fatto appoggiare – afferma Zampa – ma se vuole dire lui i nomi, li dirà». Inoltre, ci sono state «da parte anche di Scelta Civica manifestamente richieste di posti di Governo, diciamo di scambi – aggiunge la parlamentare – cose che il presidente, per com’è fatto, non credo potesse neanche lontanamente prendere in considerazione». Tutta questa situazione «non ho potuto capire se è stata presa in considerazione e quindi se era meglio rimandare ad una quinta votazione», continua Zampa, «però non credo davvero che sarebbe cambiato granchè».
Zampa dice anche che «forse una notte di discussione più sincera tra di noi, una volta capito che c’erano dei mal di pancia, avrebbe fatto bene» e «ci saremmo risparmiati questa orrenda pagina». Sul ruolo dei renziani, invece, «non lo so, non so i nomi e i cognomi – afferma Zampa – e non mi piace in assoluto tirare la croce addosso». Di certo sono giunti «segnali molto precisi da alcune aree, sapevamo che si era consumato un conflitto nella notte – riferisce la democratica – tra coloro che pretendevano una specie di consultazione, con voto segreto, tra il nome di D’Alema e quello di Prodi».
Per altro «io personalmente non avrei avuto nulla in contrario», continua Zampa, «ma certamente avrebbe dovuto decidere il presidente, quindi lo avrebbero dovuto informare e prendere con lui una decisione». Alla fine, però, «i nostri vertici, compresa Sel», hanno deciso diversamente, con «grande ira del gruppo dalemiano – spiega Zampa – soprattutto nei confronti di Bersani».
Tornando agli ex Popolari, «più che una vendetta credo sia stata la manifestazione del fatto che non hanno mai condiviso il progetto che nacque con l’Ulivo», afferma Zampa. Dal gruppo «che fa capo ora a Giuseppe Fioroni», in particolare, «si voleva a tutti i costi questa volta arrivare alle larghe intese – continua Zampa – perchè era stata fatta passare a tutti i giovani e a tutti i parlamentari eletti l’idea che se fosse arrivato Prodi si sarebbe andato a votare»: questo anche se «era noto che comunque Prodi non avrebbe mai portato l’Italia al voto con questa legge elettorale» e, dal punto di vista economico, senza alcune «indispensabili riforme» economiche.
Di certo, «tra quelli che hanno voluto colpire Bersani punendolo, quelli che hanno voluto fermare Prodi, quelli che volevano dare un segnale a Grillo e hanno pensato che se si votava Rodotà poi dalla parte di là ci sarebbero venuti incontro», infine quelli «che hanno detto che la colpa era di Sel, che non c’entrava assolutamente niente», per Zampa «lo spettacolo è stato indegno di gente che siede in Parlamento». La deputata fa una concessione solo alle persone che hanno «tirato in ballo» Prodi: «Erano assolutamente in buona fede e convinte di arrivare al risultato».
(Ascolta l’intervista a Sandra Zampa su Radio Città del Capo)
Zampa, infine, smentisce una ricostruzione fatta da “Il Giornale”, secondo la quale Massimo D’Alema «avrebbe avvertito sia Bersani che Prodi – “lealmente, ha riconosciuto il Prof – suggerendo di fermarsi e votare scheda bianca, invece di portare il Professore alla rischiosa conta. Ma Prodi, temendo di veder sfuggire il momento magico, ha detto no». Zampa smentisce tutto: «La lettura dell’articolo “Mezzo Pd fa ancora il grillino e offre una poltrona a Rodotà”» che il Giornale pubblica oggi a firma Laura Cesaretti offre al lettore, almeno nella sua parte conclusiva, una ricostruzione dei fatti accaduti in relazione alle votazioni per la presidenza della Repubblica, non corrispondenti alla verità. Potrà far comodo a qualcuno sostenere ciò che è stato raccontato ma non di meno resta totalmente falso e di conseguenza lo smentisco», ha dichiarato la portavoce di Romano Prodi.
(Ascolta l’intervista a Giorgio Galli su Radio Città del Capo)