XVI LEGISLATURA – Resoconto stenografico dell’Assemblea
Seduta n. 121 di martedì 27 gennaio 2009
SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.
SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, intervengo per associarmi alla garbata critica dell’onorevole collega Colombo nei confronti della decisione, che è stata assunta, di non tenere all’interno di quest’Aula un dibattito, un confronto, un ricordo della pagina più tragica della storia dell’Occidente.
È in quest’Aula, ne sono fermamente convinta, che avrebbe dovuto cominciare la nostra giornata di lavoro; avrebbe dovuto cominciare con la memoria di quella buia, tragica, sconvolgente pagina della nostra storia. Lo dico anche perché credo che noi siamo qui, e dovremmo ricordarlo sempre, non solo a rappresentare, ma anche a dare voce ai cittadini italiani e la loro voce oggi doveva risuonare qui per dire alto e forte che mai potremmo dimenticare, mai potremmo tollerare l’intollerabile: cioè che si cancelli, o che qualcuno si permetta di negare la memoria della verità. Nel Vangelo sta scritto che chi nega la verità bestemmia.
Mi associo anche alle parole degli onorevoli colleghi Pianetta e Fiano che hanno evocato l’orrore di quelle pagine. Vorrei ricordare, da donna, tutte le donne ebree che sono morte nei campi di concentramento ed evocare qui la figura di una donna straordinaria, di recente scoperta, Etty Hillesum, che ci ha consegnato riflessioni che pacificano le nostre anime, pur essendosi sacrificata in prima persona ed essendo morta in un campo di concentramento.
Voglio anche rassicurare l’onorevole Colombo: quella ferita che il vescovo Williamson ha prodotto, l’ha prodotta in tutti noi; noi chiediamo a lui, ai vertici della Chiesa di sollecitare, di ordinare a Williamson di chiedere perdono per quello che ha detto; non è sufficiente una ritrattazione.
Oggi su un quotidiano italiano è stato scritto che sarebbe una buona cosa che Williamson andasse di persona, magari accompagnato dalle guardie svizzere o da un presidio di ecclesiastici fino ad Auschwitz ad inginocchiarsi dove si è inginocchiato il Santo Padre Giovanni Paolo II o anche a Gerusalemme, allo Yad Vashem o al Muro del pianto, dove appunto Giovanni Paolo II lasciò il suo foglietto di penitenziale con il quale chiedeva perdono, a nome di tutti noi, per quello che non abbiamo saputo fermare.Questo sarebbe davvero un buon segno.(Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).