Un avvertimento al governo ed alla Gelmini: nessuna “Controriforma” ferma il pensiero dell’uomo

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Intervento di Sandra Zampa al convegno:

“Cosa dice la Costituzione sulla scuola,come viene applicata,cosa fare per evitarne la progressiva negazione?”

Queste le domande e le riflessioni necessarie ad affrontare un tema cruciale della società,della cultura e della politica.

Martedì 11 ottobre 2011 – Sala Farnese del comune di Bologna,Piazza Maggiore 6 – Ore 17.30.20.30

Innanzitutto desidero ringraziare gli organizzatori e tutti i relatori, gli studenti, i docenti e i genitori che prendono oggi parte a questa importante iniziativa.
Desidero scusarmi per la mia assenza, ma gli impegni d’Aula mi vedono costretta a Roma. Ringrazio l’Associazione Salviamo la Costituzione che mi ha rivolto questo invito e la disponibilità che mi è stata concessa di farvi giungere il mio breve contributo.

Un caro saluto a tutti voi.

Sandra Zampa.

Art. 34.
“La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

L’articolo 34 della nostra Carta costituzionale si annovera, purtroppo, tra quelli più ignorati dal questo governo, a cominciare proprio dal Ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, che avrebbe dovuto difenderlo, ricordarlo, tutelarne il significato. Un Ministro che invece ricorderemo, tra le altre cose (alcune anche “spassose“), per aver autorizzato e voluto la più massiccia opera di distruzione del nostro sistema scolastico dagli anni ’50.

Riduzione del personale docente, del personale ATA, riduzione del tempo scuola in tutti gli ordini e gradi del percorso formativo, aumento sconsiderato di alunni per classe, impoverimento delle Università, tagli alla ricerca.

E ancora demotivazione e impoverimento culturale di una intera generazione di giovani: la nostra prima e più vera ricchezza depauperata e sacrificata da visioni miopi e senza respiro.
Il Ministro Gelmini adesso ammette quello che noi dicevamo tre anni fa: Tremonti dettava la linea e non si era mai visto prima un Ministro della Pubblica Istruzione che accettasse con tanta passività tagli di tale portata nel proprio comparto. Oggi vorrebbe come lavarsene le mani: colpa della crisi, del governatore Draghi che sostiene che siano i giovani a pagare il prezzo più alto, di Tremonti che il Ministro Gelmini spera di aver convinto “della centralità della scuola e pure sulla ricerca” l’ha visto “un po’ più disponibile”!
C’è qualcuno di buon senso che possa pensare di far ripartire il Paese con Ministri chiamati a corrispondere a così grandi responsabilità ma che ancora debbano essere convinti della centralità della Scuola?

188184_213170335373353_1891484_nE’ tollerabile?

In quale comparto del nostro sistema scolastico i più capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, come recita l’art. 34 della Costituzione hanno il diritto, un diritto che dovrebbe essere tutelato dalla Stato italiano, di raggiungere i più altri gradi degli studi? Le borse di studio della Gelmini per gli studenti più meritevoli che si accingono ad iscriversi all’Università, a parte l’incertezza della cifra indicata, tra i 5000 e i 10000 euro all’anno, come fosse cosa da poco, non prevedono una graduatoria, fra i migliori, in base al reddito. E dunque i privi di mezzi hanno o non hanno il diritto di accedere ai più altri gradi dell’istruzione? Chi vigila su questo diritto costituzionale?

Il Ministro Gelmini lamenta di non essere riuscita a spiegare al Paese “che deve ricredersi sul ruolo dell’insegnate perché -dice la Gelmini- ha perso valore sociale, prestigio”.

Lo chieda ai precari della scuola, cittadini di questo Paese, come si sentono riconosciuti da questo governo e dal Ministro della Pubblica Istruzione nel loro ruolo di insegnanti. Giovani e meno giovani, da anni impegnati nella Scuola sbattuti fuori senza ritegno, giovani che si sono formati nelle nostre Università per entrare a far parte del nostro corpo docente che, dalla sera alla mattina, si sono visti privati del proprio futuro professionale, migliaia di persone senza certezza. Il Ministro Gelmini chieda a se stessa come si fa a restituire dignità ai nostri insegnanti dopo averli attaccati, insultati e decimati. I cittadini italiani, le famiglie sanno quanto valgono i docenti e la maggioranza di loro, al di là delle appartenenze politiche, proprio perché la Scuola è un bene supremo che riguarda tutti, è stata al loro fianco. Il governo ha fatto oggetto di veri e propri attacchi mediatici i nostri insegnanti, i peggio retribuiti in Europa e non sarà questo governo, né questo Ministro, che potrà restituire loro prestigio.

Prima di chiudere vorrei sottolineare un concetto che mi sta molto a cuore e che è alla base del sistema pubblico di istruzione: la Scuola pubblica offre a tutti i bambini, adolescenti e ragazzi le stesse opportunità, è garanzia della realizzazione piena dello spirito egalitario contenuto nella nostra Costituzione. Nella Scuola a tutti devono essere garantite opportunità di crescita, di arricchimento culturale, di acquisizione di competenze specifiche, di crescita. La Scuola è al centro del processo di integrazione, si deve far carico delle differenze e, nel rispetto di ogni studente, della sua provenienza, credo religioso, appartenenza etnica deve armoniosamente, in un equilibrio perfetto, preparare la società di domani. Ha necessità di risorse, di innovazione e sperimentazione, ha bisogno di spazi nel dibattito politico, deve essere illuminata e aperta per comprendere le dinamiche del cambiamento sociale, mai come ora così accelerato.

La Scuola vive dello spirito dei padri costituenti e della loro manifesta volontà di costruire una società più giusta e democratica, dopo gli orrori della seconda guerra mondiale. Oggi invece la Scuola è in agenda politica solo quando si tratta di razionalizzazione delle spese, di tagli e di sacrifici. Appare in tutta evidenza quanto siamo lontani dai tempi in cui Aldo Moro promosse l’istituzione dell’Educazione civica nelle scuole. Oggi si teme che persone educate alla democrazia, al rispetto delle Istituzioni, al significato della Storia che non è mero elenco di date e di accadimenti, del senso della Filosofia e del Diritto, possano un giorno rivendicare parità, uguaglianza, diritti.

Ma nessuna “Controriforma” ferma il pensiero dell’uomo, né la sua inalienabile volontà alla libertà di pensiero e di parola. Questo governo lo deve sapere e il Ministro Gelmini non potrà, all’infinito, liquidare le proteste e le manifestazioni come espressione di studenti e docenti “non rappresentativi”, “strumentalizzati dai centri sociali e dalla sinistra”. Dovrà prendere atto che esiste una Scuola e un a società fatta di donne e uomini, studentesse e studenti, intenzionati a non lasciare che lo spirito della Carta costituzionale resti parola morta.

Sandra Zampa, deputata del Partito Democratico. Componente della Commissione Europa e Capogruppo per il PD della Bicamerale Infanzia

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abc last ott 11, 2011 Categorie: Territorio ,Sul territorio
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