20012007 Della catabasi di questa sciagurata Italia, datasi tra le grinfie dei fascisti rossi
Da circa nove mesi una accozzaglia di faziosi sgoverna l`Italia. Per la cecita` e la dabbenaggine di meta` degli italiani che, nella consultazione elettorale dell`aprile scorso, ha optato per l`immondo schieramento che ora gozzoviglia nelle stanze del potere; cio` in odio a Silvio Berlusconi. Subito dopo il cambio della guardia nella responsabilita` di reggere le sorti del Paese, molti di coloro che hanno scelto la banda Prodi si sono pentiti e se oggi si ripetesse l`operazione di voto la medesima incorrerebbe in una disfatta annichilante: ma ormai il delitto e` perpetrato e, prima di riuscire a scrollarsi via di dosso l`abominevole sanguisuga assatanata di brama di comando e distruzione, i malcapitati e straniti italiani dovranno patire versando "lacrime e sangue".
All`inizio della turpe disavventura, formulai presagi molto foschi circa le sorti di questa dissennata Italia: ma ero in verita` lungi dal preconizzare un simile disastro. Perche` mai, nella storia dello stato unitario italiano, un altro governo in cosi` breve lasso di tempo si e` reso protagonista di tante scelleratezze. A riprova propongo qui un elenco argomentato ma solo parziale delle nefandezze con le quali si e` finora dilettato a comune danno l`esecutivo prodiano egemonizzato dai fascisti rossi, premettendo alla ricognizione una eventualita` assai inquietante.
E' molto probabile, dunque, che la masnada unionista-ulivista non abbia affatto prevalso, nella competizione elettorale. Non e` da escludersi, infatti, che l`infima differenza di voti tra i due schieramenti (0,006) sia ascrivibile a truffe e brogli elettorali. Al di la` del sospetto assai generalizzato non ci sono, per ora, prove inconfutabili di malversazioni e quasi certamente le stesse non emergeranno mai: ma non si puo` non asserire con risolutezza che l`inclinazione alla frode e` da sempre iscritta nel codice genetico del comunismo e dei suoi adepti (io stesso ne ho piu` volte constatato la manifestazione, in occasione delle mie remote esperienze di presidente di seggi elettorali). In passato le manipolazioni dei risultati hanno influito solo marginalmente, stante uno scarto generalmente ampio tra vincitori e perdenti: nella corrente circostanza l`abitudine alla furfanteria puo` avere addirittura determinato l`esito!
Prima esibizione di sconcezza etica e politica: l`occupazione selvaggia di tutte le cariche istituzionali. Avendo prevalso (forse) per un soffio, il centro sinistra, se fosse stato costituito da individui almeno decenti, avrebbe subito cercato un`intesa con la controparte, per collocare ai vertici dello Stato e alla presidenza dei due rami del parlamento persone davvero in grado di rappresentare tutti, quindi scelte da una ampia percentuale di deputati e senatori, di entrambe le coalizioni. Invece, prepotenza e aggressivita` immediatamente in azione, niente all`altra meta`, cedimento alle pretese dei fascisti rossi di avere un proprio capoccia su uno scranno di primaria rilevanza, il Bertinotti, il quale tutto puo` combinare nella vita tranne che essere imparziale e super partes, in quanto individuo preistorico, insanabilmente attaccato alle proprie arcaiche farneticazioni ideologiche, con sommo spregio di tutte le sconferme della storia.
Particolarmente imbarazzante e` il caso dell`ottantunenne Giorgio Napolitano, comunista, elevato alla suprema magistratura della Repubblica da meta` dei rappresentanti del popolo italiano. Nutro da sempre infima considerazione per l`individuo, a causa dei suoi comportamenti in occasione della rivolta degli ungheresi contro l`oppressione sovietica del 1956, allorche` quale eminente dirigente del partito comunista italiano non soltanto giustifico` la repressione dei russi ma la sollecito`, per salvare le conquiste del proletariato internazionale dall`aggressione controrivoluzionaria del capitalismo occidentale, capeggiata dall`imperialismo americano. Non si puo` escludere che successivamente abbia mutato opinione circa le magnifiche sorti e progressive dell`internazionalismo comunista: ma certe collusioni con una potenza ideologica e militare incline a terrorismo e massacri (l`URSS ovviamente) marchiano un individuo senza possibilita` di futuro riscatto, sul piano etico. Napolitano nel 1956 contava 31 anni: come mai non intese (o non volle capire) la reale natura della sollevazione ungherese e dell`intervento sovietico, che fu invece colta con precisione, per esempio, dallo scrivente, allora ragazzo di 14 anni?
Tiremm innanz. Fin dalle prime (tradizionali e sconcissime) manovre per la composizione del nuovo governo, e` emerso con la piu` cruda evidenza che l`unico collante dell`eteroclita ciurma di litigiosi erano la smania e la mania del potere. Per saziare la voracita` dei tanti sedenti al desco delle trattative, Prodi, ormai universalmente appellato Mortadella, e gli altri capibranco, irridendo ogni regola di funzionalita` politica, di decenza etica, di economicita`, in luogo di contenere i ministeri – come avvenuto nella precedente legislatura – li hanno moltiplicati, scindendo i precedenti e altri inventando, oltre a cio` imbarcando nel sinedrio una folla mostruosa di viceministri e sottosegretari, come mai era avvenuto nella pur esecrabile storia nostrana di costituzione dei governi. Oltre allo squallido spettacolo esibito senza vergogna agli occhi degli italiani, risultato dell`arraffa arraffa e` stato una confusione inverosimile: conflitti e sovrapposizione di competenze, ministeri spariti e altri germinati come funghi, con campi di attivita` indecifrabili pure per gli inqualificabili raffazzonatori.
Al Senato della Repubblica, quindi ai cittadini dei quali esso e` espressione, e` stato inflitto un abominevole oltraggio: poiche` in esso la maggioranza dei governativi e` presso che inesistente, l`assemblea dei padri coscritti e` stata emarginata e presso che vanificata, impedendole in pratica di operare. Le poche volte in cui e` stata chiamata in causa, per il terrore di cadere sommersa dal voto contrario anche dei propri inaffidabili adepti, la masnada insediatasi al potere ha posto quasi sempre la fiducia, cosi` impedendo al Senato di analizzare e discutere i problemi, di concorrere alla identificazione delle soluzioni legislative piu` contigue al bene di ciascuno e di tutti. Il governazzo sarebbe comunque cascato ugualmente: si sono assunti la poco onorevole mansione di tenerlo ritto in piedi, seppure sempre traballante, i senatori a vita, la maggioranza dei medesimi che, vecchissimi individui da nessuno eletti, relitti di una costumanza monarchica, savoiarda e borbonica, infischiandosene delle scelte dei cittadini (tornati cosi` sudditi, ormai) ritengono legittimo far loro pendere la bilancia delle decisioni dalla parte che ai medesimi aggrada, quando invece, se giustizia e decoro sostanziassero questo Paese in sfacelo, si sarebbero sempre astenuti dallo schierarsi per alcuna delle fazioni in contesa, appunto perche` da nessuno eletti, espressivi soltanto della loro non propriamente veneranda idiosincrasia ideologica.
Il malo governo che l`individuo perennemente ghignante Romano Prodi si compiace e s`illude di presiedere (anche se il poveruomo e` diuturnamente costretto a sorbirsi i mugugni e le ostilita` della sua umorale combriccola e fatica come un dannato ai lavori forzati per tenere ridotte nel precario suo ovile le pecore matte che lo contornano) un unico obiettivo ossessivamente persegue, esclusiva ragione di aggregazione della sfrangiata compagnia di ventura: lo smantellamento ad ogni costo, con cosmico spregio della sensatezza e della funzionalita` dei provvedimenti in corso di sciagurata assunzione, del complesso di riforme messe in campo o almeno abbozzate dal precedente governo guidato da Silvio Berlusconi, probabilmente in grado di migliorare la qualita` della vita degli italiani nonche` l`efficienza dei principali strumenti almeno, dai quali spesso non poco e` condizionata anche l`esistenza di ciascuna singola persona.
Potrei applicarmi a dire della cancellazione insofferente dei progetti inerenti le grandi opere, della cupidita` di stracciare i provvedimenti concernenti l`amministrazione della giustizia, l`immigrazione clandestina, i trattamenti pensionistici, il cosiddetto federalismo, la comunicazione radiotelevisiva, .....; mi limito invece a una stringata disanima riguardante il sistema scolastico nazionale, poiche` forse nell`atteggiamento adottato nei riguardi dello stesso dall`esecutivo di sinistra-centro consiste la testimonianza piu` clamorosa di fregola iconoclastica.
Dunque, per cinque anni Letizia Moratti si impegna allo spasimo per mutare i connotati di un pachiderma formativo che fa acqua da tutte le parti, i risultati del quale, oltremodo negativi in termini di competenze cognitive, sociali e relazionali dei giovani, stanno crudamente sotto gli occhi di tutti. Malgrado l`ostilita` forsennata, feroce e criminaloide di cui il ministro Moratti e` fatta oggetto, incredibilmente riesce nel suo intento, congegnando e legislativamente varando una riforma organica, dopo ottanta anni da quella sistematica e assai meritoria ma ormai obsoleta di Giovanni Gentile. Il neonato ancor fragilissimo edificio innovativo avrebbe avuto bisogno, per diventare concreto cambiamento positivo, di sapiente cura e assiduo sostegno normativo e implementativo: invece tutta intera la squadra di demolitori appena insediatasi nei palazzi del potere fremeva animata da una luminosa missione: abolire la Moratti, slogan urlato a squarciagola e con gli occhi iniettati di sangue. E il fine intento e` stato puntualmente conseguito, con plauso principalmente ascrivibile all`attuale sagacissimo reggitore della Minerva: tramite un profluvio di interventini distruttivi operati con il cacciavite, poi con una mostruosa controriforma ficcata dentro il gran corpaccio laido della legge finanziaria. Qualcuno puo` obiettare: ma la modifica di provvedimenti ritenuti non risolutivi dei problemi e` pertinente oltre che legittima. D`accordo, in linea di principio: nel caso in questione, pero`, per indisponibilita` anche della piu` microscopica ideuzza miglioratrice, si e` sic et simpliciter rifluiti nello status quo ante, la negativita` del quale era universalmente sostenuta e gridata. Afferma con tono ispirato il capo del dicastero di viale Trastevere che i suoi interventi di cancellazione hanno lo scopo di ridare tranquillita` e serenita` al mondo della scuola turbato dalla smania riformistica morattiana: appropriato e nobile intento, da un canto; da altro canto pero` non si puo` non rilevare che i cimiteri sono i luoghi ove piu` vigono la tranquillita` e la serenita`.
Appena sceso in campo, per dirla alla Berlusconi, il governazzo targato Prodi Mortadella (absit iniuria verbis, per il gustoso salume immeritevole di qualsivoglia denigrazione) s`e` subito buttato a capofitto in un gioco frenetico, talmente convulso da non lasciare intendere ai perplessi indigeni d`Ausonia la sua natura, se foot-ball, rugby, basket o qualcosa d`altro del tutto scervellato e sregolato. Mi riferisco alla stupefacente partita delle liberalizzazioni.
Dunque, con due interventi in sequenza, anzi, con due "lenzuolate" di provvedimenti, secondo la fine definizione adoperata dai mass-media e fatta propria anche dagli strologatori delle iniziative, il ministro Bersani (m`era parso in passato persona sensata e razionale) ha legiferato per mutare in quattro e quattr`otto le condizioni professionali e operative di taxisti, notai, avvocati, barbieri, giornalai, benzinai e altre categorie, con la motivazione che i cittadini da cio` avrebbero tratto consistenti vantaggi. Le decisioni adottate hanno mandato in bestia i gruppi professionali ed economici colpiti, che hanno corrisposto con ondate di scioperi. Lungi da me la presunzione di professarmi esperto di questioni economiche: pero` "a pelle" mi sembra che molte cose nei provvedimenti siano sballate e assurde. Innanzi tutto, pare che le categorie da mettere in riga siano state individuate a casaccio, con la tecnica "a chi la tocca la tocca" (ma qualcuno piu` malizioso e scafato asserisce che, in effetti, non e` cosi`: i soggetti da colpire sono stati trascelti con l`esplicita intenzione di punire quanti avevano negato con pubbliche dichiarazioni il proprio consenso elettorale alla congrega unionista; se effettivamente tale fosse la giustificazione delle identificazioni si sarebbe di fronte a un fatto di inaudita gravita`).
In ogni caso detti provvedimenti, plateale esplicitazione della vocazione dirigista e statalista dell`esecutivo in carica, sono intrinsecamente iniqui: perche` sottraggono delle facolta` a gruppi professionali ed economici per spalmarle su altri, senza ombra di reciprocita`. Infatti, se tutti gli esercizi commerciali richiedenti possono vendere i giornali, perche` a loro volta i giornalai non possono proporre ai loro cosi` diradati clienti salumi, sale e tabacchi, mutandine per signora?
Ancora: davvero i guai finanziari del Paese e l`impoverimento della gente dipendono dall`avidita` e dal cinismo (piu` che probabili, per altro) delle categorie menzionate e delle altre tutte di piccolo calibro stangate con le norme sulle liberalizzazioni? Come mai nulla il governicchio del duce di Scandiano osa contro i grandi potentati economici (le banche, gli imperi industriali, i grandi gruppi finanziari, le compagnie assicurative)? Forse perche` i medesimi se attaccati sbatterebbero a terra in un amen gli spenti reggitori ascesi al potere anche grazie alla loro connivenza? Come mai la illuminata compagnia che tutti sgoverna non mette in cantiere la liberalizzazione di settori rigidamente controllati dalla mano pubblica, con i pessimi risultati che ciascuno puo` constatare (mi riferisco, per esempio, al sistema formativo, ai trasporti ferroviari e aerei, alla sanita`)?
Non posso a questo punto evitare un indugio abbastanza protratto sulla grottesca, inverosimile vicenda della legge finanziaria. La messa a punto di tale dispositivo, essenziale nell`impostazione della vita economica del Paese, come macrocomunita` e insieme di singoli individui, e` stata senza ombra di dubbio la recita politica piu` paradossale, stupefacente e invereconda in tutta la storia dello stato unitario italiano.
Due locuzioni sembrano particolarmente calibrate per connotare i comportamenti del governo nella sua interezza e dei ministri uno ad uno apprezzati: "dilettanti assoluti allo sbaraglio" e "impudichi mentitori". La grande impresa ha esordito con l`applicazione di una strategia davvero orripilante: imputazione al precedente esecutivo di disastri gestionali e finanziari apocalittici, tali da costringere l`attuale (pur composto da "cari" leader, tutti buoni, generosi, solleciti del bene del popolo) ad adottare terapie estremamente drastiche e dolorose che pero` saranno di grande giovamento collettivo "dopodomani" (si sa che nell`escatologia marxista la felicita` non e` mai "presente" ma perennemente procrastinata in un futuro piu` o meno prossimo venturo, nel quale infine risplendera` per tutti i sopravvissuti "il sol dell`avvenire"). Cio`, tenendo nel piu` assoluto non cale le smentite arrecate ai funerei annunci da dati e cifre, secondo cui, grazie alla pertinenza delle scelte economiche del buon governo di Silvio Berlusconi, la ripresa produttiva si stava avviando e le casse dello Stato registravano una consistente lievitazione delle entrate tributarie, non gia` per via dell`aumento dell`imposte ma del contenimento delle medesime! Del resto, non fu la buonanima di Josip Stalin – sodale (anche se a parole rigettato) di molti di coloro che oggi fornicano con il potere in Italia – a sancire, dall`alto della sua epistemologia di massacratore: i fatti falsificano le mie teorie? Tanto peggio per i fatti.
I fascisti rossi che giocano all`estrema sinistra della "gioiosa macchina da guerra" prodiana, mentre il gran corpaccio della finanziaria era in fase di concepimento, si crogiolavano nella golosa coltivazione di una intenzione: fare si`, con le norme da loro imposte, che "anche i ricchi piangano". Proposito piu` demenziale e criminaloide non poteva essere formulato e perseguito: perche`, oltre all`intrinseca amoralita` assoluta dello stesso, gli sciagurati operatori di catastrofi, ciechi e sordi al cospetto di ogni lezione della storia, non albergano nei cervelli loro neppure il briciolo di comprendonio necessario per comprendere che, se i ricchi sono costretti a spandere lacrime, i poveri contestualmente dovranno sputare sangue.
Infatti, a misfatto perpetrato, in che cosa e` consistita la mostruosa, aberrante, farraginosa finanziaria? In una lievitazione indiscriminata ed ebbra delle imposte (in cosmico spregio delle "promesse comuniste" urlate durante la campagna elettorale che le tasse loro non le avrebbero mai aumentate, abbassate anzi), la quale colpisce e impoverisce tutti tranne i ricchi (con gli innalzamenti dell`irpef nazionale, regionale e comunale, dell`ici, dei ticket per le prestazioni sanitarie, con un profluvio di altri balzelli). Fanno a tutto cio` corona marginali tagli di spesa, sforbiciate di modesta entita` inferte qua e la` a casaccio, senza mai toccare gli autentici nodi problematici, quelli davvero responsabili dello stato cattivo delle finanze nazionali (per esemplificare, in campo scolastico ci si prefigge un risparmio (iperminimale) buttando nella spazzatura Irre e Indire, sostituiti da una fantomatica "Agenzia nazionale per lo sviluppo dell`autonomia scolastica", evitando pero` con cura scrupolosa di mettere in questione i grandi sprechi e gli usi improduttivi delle risorse clamorosi anche in questo settore: perche` altrimenti i fondamentalisti rossi avrebbero interposto il loro consueto ricatto, a salvaguardia dei miserabili miti di cui, fuor di senso e logica, si sostanziano).
Ritengo che mai prima dell`occasione qui analizzata i politici italiani abbiano fornito una dimostrazione piu` plateale della teoria secondo cui il nostro e` il Paese ove impera incontrastato il "particulare": con ministri, deputati, senatori e sindacalisti gli uni contro gli altri armati a difesa del proprio orticello, intenzionati a parole a fare sfracelli se gli interessi del medesimo fossero stati anche minimamente vulnerati. Per parare la convulsione dei veti, delle stoccate, dei contrattacchi e dei ricatti, e` stato messo in scena un frenetico, paradossale balletto delle carte in tavola, sostituite in continuazione nel contesto di una confusione indescrivibile, di un bellum omnium contra omnes a cui il popolo ha assistito esterrefatto, giorno dopo giorno piu` ostile nei riguardi dell`ineffabile, inverosimile premier di Scandiano, pietosamente succubo e ostaggio della sinistra estrema conservatrice e preistorica.
Conclusione dell`inverecondo spettacolo e` stata l`emanazione di una legge finanziaria oscena, anche formalmente inqualificabile, omnibus che tratta di tutto e del contrario di tutto, buttata sulla carta in lingua approssimativa, farcita di tutte le aberrazioni scritturali che possono schiantare un testo. In essa, tra l`altro, e` stata ficcata dentro a forza anche la controriforma del sistema scolastico, in termini di massacro funzionale dello stesso. Insomma, per serrare infine con un tombino la cloaca, si e` al cospetto del peggiore, piu` nefasto documento normativo emanato a comun danno in tutta la storia dello stato unitario italiano.
Insisto ancora un poco nell`esecrazione della beffarda indifferenza dei calamitosi governanti all`oceano di critiche e contumelie contro di loro da ogni parte saettate, nell`annotazione stupefatta della cecita` anche al cospetto della caduta a picco dei consensi, indifferenza e cecita` testimoniate in particolare dall`inquietante ghigno perenne sul grugno di Prodi e dalla fissita` glaciale nella maschera facciale tragicomica del Padoa Schioppa, entrambi indefessi nel turlupinare gli esterrefatti italiani con la proterva menzogna che il massacro indiscriminato in corso e` in effetti commendevole e saggia terapia, somministrata a perseguimento del loro bene futuro, che i medesimi, infanti e orbi, al momento non sono in grado di percepire ma che prima o poi apparira` loro nella sua luminosa evidenza ed allora il consenso e la riconoscenza ascenderanno a vette vertiginose.
Passo adesso a registrare alcune delle nequizie che il governaccio ha finora inanellato nel campo della politica estera. Sub signo dell`opposizione viscerale e cosmica nei riguardi dell`aborrito avversario Berlusconi, per ossequio all`infantilismo ideologico dei fascisti rossi, immediato ottenebramento della tradizionale alleanza con gli USA, presieduti, come si sa, dal nemico dell`umanita` George Bush. E dunque istantaneo sbaraccamento delle truppe italiane dall`Iraq, vale a dire fuga ignominiosa dall`impegno assunto di soccorrere la povera gente di Nassyria, dopo decenni di sua schiavitu` sotto il tallone omicida di Saddam Hussein. A seguire, proposito di togliere le tende quanto prima anche dall`Afghanistan, perche` l`Italia, datasi nelle mani, feroci anche nel reclamare la pace, dei fascisti rossi non puo` protrarre un intervento umanitario (esso si` autenticamente conformato alla conquista della pace) a soccorso di popolazioni angariate e massacrate dal fondamentalismo islamico.
Nei riguardi dell`atroce conflitto perenne tra israeliani e palestinesi, ovviamente immediata sterzata della rotta, rispetto alla equilibrata posizione del governo Berlusconi, per solidarizzare in esclusiva con la gente che nella recente votazione ha portato con massiccia maggioranza al governo Hamas, organizzazione terroristica che tante stragi abominevoli ha compiuto in Israele, del quale si prefigge l`estinzione. In coerenza a cio`, profferte d`amicizia e di simpatia nei riguardi degli altri nemici maomettani di Israele, in primis i terroristi Hezbollah che opprimono il Libano, oltre a macchiarsi di ogni delitto pur di sopprimere "l`entita` sionista". Con il bandito che li capeggia il ministro degli esteri italiano ha affettuosamente passeggiato tenendolo sottobraccio a Beirut e un tal Diliberto, capomanipolo di primo rango dei fascisti rossi, da sempre impudicamente amoreggia.
Per quale motivo un corpo di spedizione italiano e` stato insensatamente inviato in Libano, con la benedizione e anzi la sollecitazione delle fazioni integraliste rosse, ostilissime a qualsiasi altro coinvolgimento delle truppe nostrane? Per ostacolare gli israeliani nella difesa del loro insidiato territorio e per favorire Hezbollah nel suo riarmo antiebraico, dopo i colpi inferti ai terroristi che costituiscono detto movimento dall`armata di Israele, in occasione della sua piu` recente azione difensiva.
Infine, a ulteriore testimonianza del frastornamento del delirante esecutivo italiano anche nel campo della politica estera, del viscerale antiamericanismo che sostanzia i fanatici farneticanti alla sua ala sinistra – i quali come in altri ambiti operativi hanno contagiato in maniera esiziale l`intera coalizione – menziono la vicenda che ora incombe dell`ampliamento della base militare statunitense a Vicenza, gia` convenuto dal precedente governo nel contesto di specifici accordi internazionali.
Accortisi della questione – in se` di entita` veramente minimale – i fascisti rossi hanno cominciato a sbraitare che la cosa non si doveva assolutamente fare, promettendo sfracelli tramite manifestazioni e cortei, ai quali avrebbero partecipato anche ministri, secondo l`abietta tattica per cui si puo` essere contemporaneamente "di governo e di lotta".
Allorche`, con rarissimo soprassalto di dignita`, il Prodi ha bofonchiato che la decisione spettava a lui e che, quindi, l`ampliamento della base non era in discussione, e` successo che un ordine del giorno a sostegno del ministro della difesa intenzionato a dar corso a quanto stabilito e` stato votato al Senato dall`opposizione con alcuni apporti della se` dicente maggioranza, cosi` che il governo e` stato sostenuto dall`opposizione e osteggiato dagli accoliti che virtualmente l`appoggiano.
Un pasticcio grottesco questo, un comportamento demenziale che ha reso il nostro squinternato Paese ulteriormente ridicolo e inaffidabile agli occhi del mondo.
Sono proprio curioso di constatare come l`inverosimile faccenda evolvera`.
Ma il campo operativo in cui la masnada parlamentare e governativa (che si e` pro tempore sobbarcata l`onere di guidare la disgraziata Italia verso piu` alti e luminosi destini) sta attualmente profondendo il suo piu` corrosivo e letale furore distruttivo e` quello dei valori etici e civici peculiari della nazione italiana, i pochi convincimenti basilari che conferiscono almeno una parvenza di coesione a un coacervo di individui ringhiosi, attaccati al particulare, inetti a sentirsi autenticamente "popolo", in quanto tale animato da comuni ideali e sentimenti.
Una sorta di cupiditas dissolvendi sembra essersi impadronita di tutte le fazioni incollate con lo sputo entro la cosiddetta Unione, una voglia matta di distruggere i fondamentali etici solo collante di questa nostra precaria societa`, una smania di autocastrazione la quale induce (forse su tutto prevalendo l`odio folle avverso il nemico dell`umanita` Berlusconi, da esso movendo ogni volutta` di buttare all`aria quanto dallo stesso e dai suoi affermato e sostenuto) se` dicenti cattolici a farsi beffe degli ammonimenti della Chiesa e del Papa, conclamati laicisti e senzadio a criticare ad ogni pie` sospinto qualsivoglia presa di posizione dei medesimi Chiesa e Papa, pervenendo gli stessi con empio cinismo ad additare sfrontatamente come i suddetti dovrebbero comportarsi per esercitare rettamente il loro ministero.
Una spiegazione razionale non riesco davvero a scovarla per dar ragione di posizioni e atti tanto sconciamente dissennati: paradossalmente allora dico a me stesso (scherzando, ma non tanto poi) che con tutta evidenza il maligno – cosi` rendendo piu` totalizzante e vistoso l`indubbio trionfo che sta quasi dappertutto in questo sciagurato orbe terracqueo conseguendo – si` e` radicato nelle anime anche di individui che per tutta la vita si sono dichiarati fedeli e anzi fanatici d`Iddio onnipotente, tramite tale falsa professione di sudditanza traendo vantaggi politici e porzioni di gustoso potere.
Per cui i medesimi, intruppati entro la mala bestia che ha forse per un soffio prevalso nella piu` recente consultazione elettorale, pur di rimanere in sella, di sentirsi vincitori di colui che a loro avviso incarna il male (Berlusconi e` ovvio) si piegano ossequienti ad ogni ricatto dei fascisti rossi e dei loro compari nella corsa verso tutte le abiezioni, ritengono piu` gratificante il loro procedere al momento sulla groppa del cavallo governativo rispetto alla concreta eventualita` di "dannarsi l`anima", tra l`altro spernacchiando gli insegnamenti e le esortazioni del Pontefice e della Chiesa.
Ribadisco la mia consapevolezza di esprimermi qui in modi intenzionalmente paradossali e apocalittici: ma come inquadrare altrimenti con l`intelletto la sfilza di mostruosita` che mi accingo ad elencare, forzandomi a omettere quasi ogni commento oltre l`enunciazione?
La sudditanza compiacente all`Islam aggressivo, prepotente e terroristico, determinato a soggiogare l`imbelle Europa approfittando della recisione, dalla stessa per ignavia attuata, dei propri fondamenti ontologici: per cui, ad esempio, in luogo di ringraziare i servitori dello Stato che con la collaborazione di colleghi statunitensi hanno sbattuto fuori dall`Italia, mettendolo nella condizione di non nuocere piu`, un delinquente maomettano come il profeta suo ispiratore seminatore di scandali e scismi, questo orripilante Paese li osteggia, li mette sotto processo, e` intenzionato a comminare loro condanne per avere bene servito l`inqualificabile Paese medesimo.
La coltivazione voluttuosa del pacifismo, in quanto tale sempre a senso unico, ovvero sia in funzione antioccidentale, quindi espressione assolutamente sconcertante di una libidine di autoflagellazione inspiegabile se non in prospettiva escatologica, di sentimento della fine, di voglia d`accelerare l`agognata apocalisse (detta coltivazione coinvolge una quota non infima della banda prodiana). Tra l`altro la proclamazione del pacifismo viene esercitata dalle punte di diamante dello stesso con ricorso sistematico alla violenza: scontri con le forze dell`ordine, abbruciamenti di bandiere israeliane e statunitensi, esaltazione dei resistenti palestinesi, iracheni e dei talebani afgani, empio dileggio dei militari italiani caduti in quelle micidiali contrade in difesa della autentica pace.
L`incoraggiamento dell`immigrazione clandestina, vera e propria piaga biblica di questa violentata Italia, da parte degli attuali caporioni governativi ulteriormente incentivata con la promessa di una facile e veloce cittadinanza italiana a tutti i migranti dell`orbe terracqueo. Non solo non si ha il coraggio di affermare con chiara e ferma pronuncia ma addirittura mellifluamente si nega che l`immigrazione clandestina e` un atto di invasione del suolo patrio paragonabile alle calate barbariche e straniere reiterate nella penisola italica per secoli, contro il quale uno Stato degno di questo nome dovrebbe opporsi con la massima e piu` rigida determinazione. Addirittura si arriva a sostenere che gli immigrati, anche clandestini, sono una risorsa per l`Italia, quando invece solo politici obnubilati dalla piu` totale cecita` possono non accorgersi del fatto che i problemi di ogni tipologia provocati dalla presenza qui degli immigrati sopravanzano senza possibilita` di comparazione quelli con il loro concorso risolti.
L`approvazione in fretta e furia dell`indulto: per grave responsabilita` del quale decine di migliaia di delinquenti (gran parte dei quali stranieri clandestini) sono stati graziosamente estromessi dalle carceri, senza aver scontato la pena irrogata per i loro misfatti, cosi` incentivando la cultura e la pratica dell`illegalita` gia` pericolosamente (per la sopravvivenza stessa della compagine sociale e civile) pervenuta al diapason. Quanto il provvedimento sia stato assurdo e improvvido lo dimostra clamorosamente la circostanza che una rilevante percentuale dei criminali liberati, appena rimessa nella condizione di nuocere, ne ha approfittato, commettendo altri reati, vessando i cittadini fatti oggetti delle loro attenzioni anche con l`omicidio, finendo la loro provvisoria miserabile avventura – almeno quelli di nuovo accalappiati – con il ritorno dietro le sbarre, piu` neri, esecrabili e irredimibili di prima.
L`animosita` e l`ostilita` (di stampo tardo ottocentesco) nei riguardi della Chiesa Cattolica, di cui ho gia` dianzi dato menzione: per impulso irresistibile delle quali i se` dicenti cattolici della coalizione governativa disattendono le indicazioni e i consigli della Chiesa (proclamandosi – come fa con arroganza e protervia il capo squadra di Scandiano – "cattolici adulti", ovvero sia disponibili e determinati a irridere le esortazioni e il magistero ecclesiastici col loro acritico sostegno a qualsivoglia abiezione pretesa dall`ala sinistra ove allignano fascisti rossi e sodali) e laicisti ed atei della brutta compagnia, autodesignatisi maestri di sacra teologia, dotati quindi di pertinente sapientia cordis et mentis, con parola ispirata e profetica additano alla Chiesa che cosa fare per essere autenticamente tale e al Romano Pontefice come adempiere santamente la sua missione.
Potrei seguitare a snodare l`elenco a dismisura: ma vi pongo termine dicendo qualcosa della massima aberrazione finora messa in cantiere dall`inverecondo consesso governativo che a comun danno impera, i famigerati PACS.
Sono sempre piu` numerosi gli individui che decidono di convivere ignorando le regole religiose e civili in argomento stabilite, le quali sanciscono doveri e diritti. Tale scelta va ovviamente del tutto rispettata. Invece no, la ciurma governativa ritiene suo obbligo intervenire in argomento con il massimo clamore, ingabbiando anche dette opzioni "eversive" in una miserabile rete di norme, dando cosi` corso a una caricatura di matrimonio. La mira dissacratrice di piu` o meno lungo periodo dei sostenitori della menzionata nefandezza e` l`abiezione assoluta del cosiddetto matrimonio tra omosessuali che, prima o poi, se gli attuali distruttori della convivenza civile in Italia seguiteranno ad occupare il potere, verra` legittimato con apposita empia norma, negatrice delle leggi di Dio, della natura e dell`umanita` che per millenni siffatta soluzione ha aborrito.
Come affermato e ripetuto dai pochi savi che ancora agiscono nell`arena politica (nessuno, purtroppo, nella compagine che si ritiene legittimata a governare), l`esclusione perentoria della violazione del diritto naturale con disposizioni attestatrici della smania degli uomini di arrogarsi facolta` e poteri peculiari dell`Essere che ci trascende, non significa negazione dei diritti propri delle singole persone umane: anzi, saggio sarebbe stato intervenire in proposito con potenziate guarentigie, magari a corollario di salde norme di tutela dell`istituzione familiare, che invece scandalosamente sono carenti. Ma di tutto cio` niente, solo chiasso e grancassa battuta a tutto spiano, entro una sorta, tra l`altro, di santificazione dei culattoni che, dopo millenni di reificazione e persecuzione, vengono issati al rango di esseri privilegiati, da venerare, invidiare, additare ad esempio.
Gli obnubilati orbi, che asseriscono essere le norme in questione addirittura un "grande atto di giustizia e civilta`", adducono a riprova della bonta` di quanto si vuole introdurre anche in Italia il fatto che disposizioni legislative ben piu` eversive in merito sono gia` state varate in altri paesi europei. E allora? Perche` necessariamente l`Italia deve rincorrere lungo la strada del re-imbarbarimento stati che, buttata alle ortiche ogni remora etica, stanno con accelerazione progressiva rinculando verso la condizione selvaggia, animistica e politeistica dalla quale furono tratti grazie al contatto con le civilizzazioni greca, romana e cristiana?
Il connotato piu` evidente del governo prodiano, il quale da` ragione delle sue scelte e propensioni (alcune delle quali qui sopra da me acerbamente rampognate) e` la sua inveterata vocazione a uno statalismo assatanato, definibile anche di stampo staliniano (tenuto conto delle fazioni pervase di estremismo rosso incluse nella combriccola), vera e propria evoluzione/degenerazione della concezione hegeliana dello stato etico.
L`asserito statalismo e` manifestato dai modi operativi di un governo che sospettoso sorveglia (incline a ritenere che i cittadini/sudditi siano costituzionalmente proclivi a cadere in nequizie ai danni dello Stato e non solo) e punisce, in maniera indiscriminata e capricciosa (taxisti, barbieri, giornalai, benzinai, .....). Il medesimo governo pretende di interpretare la volonta` popolare, anche quando con tutta evidenza la caduta a picco del consenso nei suoi riguardi dimostra il contrario. Esso e` intriso da una vera e propria volutta` pedagogica: il popolo e` sempre infante nelle sue cogitazioni e propensioni; quindi va diuturnamente educato e guidato. Lo Stato, ancora, provvede con somma sollecitudine ai bisogni del popolo che, essendo fanciullo, non riesce a discriminare quale sia il suo autentico bene: quindi lo tassa in maniera esosa, chiedendo allo stesso "modesti" sacrifici in cambio dell`avvento (domani e, divenuto il domani presente, dopodomani) della favolosa eta` dell`oro per tutti. Nulla importa se poi lo Stato sciala dissennatamente le risorse estorte alla gente e gli esiti dei suoi interventi sono disastrosi (nei settori dell`ordine pubblico, dell`opposizione all`invasione dei clandestini, nell`istruzione, nella gestione della salute, nei trasporti, tanto per citare a mo` d`esempio).
E dunque, in spregio ai convincimenti piu` qualificati della dottrina politica, lo Stato vagheggiato e attuato dallo schieramento che nella presente disgraziata contingenza comanda in luogo di attenuare la sua incombenza e rendersi meno ingombrante e fastidioso fa esattamente l`opposto: ostenta ossessivamente la sua figura di moloch sempre piu` immanente e minaccioso, cupido di gravare man mano di piu` sulle cervici della gente. Drammatizzo, con tutta probabilita`, ma in fondo alla china attuale risiede la regressione dei cittadini a sudditi.
Un`unica via di scampo traluce, nel quadro a tinte fosche qui sopra sciorinato: la circostanza che la litigiosita` endemica della torma governativa, la reciproca diffidenza e ostilita` tra i capibastone dell`accozzaglia impediscono, fortunatamente almeno per ora, allo sciagurato ordigno di coagire assiduamente nel progetto demolitorio.
Dico ora di un paradosso tutto e solo italiano, che costringe questo inverosimile Paese ad oscillare fra tragedia e farsa. Dopo oltre cinquant`anni di lotta in qualche occasione asperrima contro il comunismo, per impedire che i manipolatori e i succubi di siffatta aberrante ideologia e criminale pratica politica si installassero al potere a integrale rovina di tutti, dopo che il mai abbastanza esecrato comunismo ha per buona sorte tirato le cuoia in quasi tutto il mondo, nettando in particolare l`Europa di se`, in quanto pestilenziale e necrotica infezione, che cosa combina l`ineffabile e stupefacente Italia? Accetta passivamente (anzi, meta` degli elettori cio` favorisce gioendone per odio avverso Berlusconi) d`essere governata da una ghenga di fazioni due delle quali si richiamano orgogliosamente e spudoratamente al comunismo, una terza, che tale virus Ebola ha inestirpabilmente annidato nel suo DNA, alberga nel proprio ventre un correntone ancora e sempre comunista, come ai bei tempi del fondamentalismo e dell`odio marxista riversato a fiumi sull`aborrita borghesia, una quarta (i se` dicenti "Verdi") strizza l`occhio a tutti gli estremismi, nemica dell`universo mondo (occidentale) e in ultima istanza anche di se stessa.
Una situazione di tal fatta potrebbe parere pura e improbabile fantascienza: invece costoro, abbarbicati ad arcaiche visioni ideologiche ottocentesche, fidenti nel piu` vieto e cieco conservatorismo, incredibile ma vero, sgovernano l`Italia nel 2007! A questo punto mi corre l`obbligo morale di fare ammenda delle critiche errate rivolte a Silvio Berlusconi e di rendere omaggio alla sua lungimiranza: per tutte le circostanze in cui, implacabile e ostinato, da tutti deriso e pure da me reputato esagerato e catastrofista, evocava il pericolo comunista incombente sull`Italia e richiamava all`urgenza di farvi lucidamente fronte.
Nel corrente scritto ho adoperato con quasi ossessiva frequenza, per designare i partiti comunisti o postcomunisti intruppati nella compagine governativa, la locuzione "fascisti rossi". Essa viene da me assunta e reiterata solo per volutta` di dileggio e scherno beffardo nei confronti di gruppi e individui che da sempre si proclamano connotati dalla bandiera del piu` irriducibile antifascismo?
Non nego l`intento denigratorio, coerente del resto con l`impostazione testuale di questa argomentazione che esplicitamente intende configurarsi quale pamphlet violento. Ma non solo di cio` si tratta, tutto a ben considerare. Comunismo e fascismo, infatti, sono fratelli gemelli, figli degeneri e degenerati entrambi del socialismo, magnifica utopia di redenzione e riscatto degli oppressi dalla loro minorita` (tragico davvero il destino del socialismo che non ha partorito, come molti si ostinano ancora a sostenere, Abele e Caino ma, giustappunto, Caino e Caino). Lungo l`intero tragitto del Novecento (dalla loro belluinita` reso il piu` tragico, forse, della storia umana) i due sciagurati consanguinei hanno ferocemente duellato, per conquistare la palma di piu` micidiale e criminale facitore di orrori della storia. L`attribuzione all`uno o all`altro della coppa piu` ricolma di sangue e` tuttora dilemma di arduo scioglimento.
La contesa tra comunismo e fascismo non ha imperversato soltanto a livello "macro", di stati, eserciti e gruppi: anche i singoli individui, fagocitati dalle maligne attrattive dell`una o dell`altra aberrazione, si sono spesi allo spasimo, per prevalere nel campionato del terrore omicida. Valga a mo` d`esempio la catena inenarrabile di infamie perpetrate in Italia durante la guerra civile (la cosiddetta Resistenza sulla quale nulla si puo` sostenere se non laudatorio secondo il diktat della se` dicente sinistra) e soprattutto dopo il 25 aprile 1945. Cito in proposito dal volume Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa (che per avere osato l`esercizio della critica razionale e non pre-giudicata nei riguardi dei falsi miti imposti dal culturame sinistrorso circa la guerra civile sta passando i guai suoi) una esemplare constatazione, contenuta in un rapporto su eccidi compiuti in Veneto da partigiani comunisti, avallata dal CNL del Veneto, constatazione che testimonia la totale pertinenza semantica della locuzione "fascisti rossi": "Quel che piu` impressiona questa pacifica popolazione e` il comportamento dei comunisti, i quali dichiarano di essere nemici degli Alleati, dei ricchi, dei contadini, dei preti e cosi` via, e pretendono di comandare dappertutto, usando violenza e prepotenza. Intanto danno ogni giorno prova di egoismo, di vizio, per cui fanno ricordare molto il defunto squadrismo fascista. E la popolazione dice che, a sostituire le bande nere, sono venute le bande rosse".
Nel dialogo Gorgia, ove e` discussa con critica micidiale la retorica, Platone, dicendo dell`uomo come sinolo di anima e corpo, sostiene che la politica e` l`arte che riguarda l`anima, articolata in due espressioni, arte della legislazione (che con le leggi conserva la salute dell`anima) e arte dell`amministrare la giustizia (che ridona con la pena la salute all`anima che ha commesso colpa). A corruzione di detta arte opera una lusinga dell`anima, pseudo-arte in forma di contraffazione della politica, a sua volta scandita in sofistica (contraffazione della legislazione) e retorica (contraffazione della giustizia). Lo schema platonico e` piu` esteso, trattando anche dell`arte e della pseudo-arte del corpo: ma tale estensione io qui tralascio, in quanto non funzionale al focus del mio ragionamento.
Ecco, l`analisi di Platone funziona egregiamente a rappresentare la strategia operativa della accozzaglia governativa prodiana: essa ha reificato l`arte della legislazione a sofistica, luogo e strumento di soddisfazione delle pulsioni piu` estremistiche, scervellate e a-razionali e l`arte della giustizia a retorica (per cui non si esige rispetto delle regole stabilite a garanzia della umana convivenza e non si pratica la tolleranza zero nei riguardi di chi sgarra, ma si sancisce l`impunita` dei reprobi – indulto –, si comminano punizioni a casaccio, si censurano gli eventuali eccessi delle forze dell`ordine e ci si pone con benevola comprensione nei riguardi degli eversori, che le medesime e soprattutto i buoni cittadini minacciano, aggrediscono, arrivano a uccidere).