Vaccino da gennaio iniziando da sanitari e categorie fragili

vaccinazioni-antinfluenzali[1]Vaccino Covid, Zampa: «A gennaio ai medici, poi ai più fragili. Gli studenti rischiano meno»
Il piano vaccini in Italia secondo la sottosegretaria alla Salute: «Le prime dosi andranno a personale medico, anziani, persone a rischio. Professori da vaccinare al più presto»

Intervista di Gianna Fregonara a Sandra Zampa su Il Corriere della Sera del 15 dicembre 2020

«L’idea è suggestiva e per certi aspetti ha un senso. Ma la scienza ci dice che vanno vaccinate le persone ad alto rischio per la propria salute e dunque i primi a ricevere le dosi dell’anti-Covid saranno il personale medico e ospedaliero e poi gli anziani o le persone che hanno patologie che le rendono a rischio. Non gli studenti». Per Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, l’idea di vaccinare gli adolescenti per rendere sicure le scuole e anche le famiglie non è praticabile: questione di priorità e anche questione di tempo.

«Le sperimentazioni sugli adolescenti sono cominciate in America soltanto una settimana fa. Per avere dei dati attendibili sulle vaccinazioni ai ragazzi ci vorrà ancora tempo. Fortunatamente tutti gli studi ci dicono che per i giovani e i bambini contrarre la malattia è poco pericoloso».

Sì, ma il motivo per cui si sono chiuse le scuole è che i ragazzi contagiati portano il virus in casa a genitori e anche ai nonni. Non è una buona idea vaccinare i portatori di virus per farne scendere la diffusione nella società?

«Non lo fa nessun altro Paese, non funziona così. Dobbiamo vaccinare al più presto le persone a rischio. Alla Bicocca di Milano un professore ha sviluppato un algoritmo interessante che incrocia i dati per individuare le categorie più fragili, che devono essere le prime a ricevere il vaccino. Per esempio chi ha una patologia cardiovascolare è più a rischio di chi ha il diabete».

Come si farà la campagna vaccinale, visto che quella dell’antinfluenzale non è un bell’esempio?

«Arcuri e un gruppo di esperti ci stanno lavorando. Occorrerà una campagna seria. A partire dai medici».

Saranno coinvolti nella campagna?

«No, devono essere anche loro destinatari della campagna. Per il vaccino antinfluenzale storicamente i medici ospedalieri hanno tassi di adesione bassissimi che non superano il 25 per cento, salvo che in alcune regioni virtuose. Forse perché chi lavora a contatto con le malattie finisce per difendersi sentendosi distante».

Per gli studenti invece niente priorità. E per gli insegnanti?

«Tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico devono essere messi in sicurezza per sé stessi e per le persone che incontrano. Per questo gli insegnanti dovrebbero rientrare nelle categorie con priorità».

Quando?

«A gennaio cominciamo con i medici poi a febbraio – speriamo – con qualche milione di anziani e poi gli altri».

Il governatore del Veneto Luca Zaia dice che a gennaio non riusciremo a riaprire le scuole in sicurezza.

«Dobbiamo riaprirle e non richiuderle. Purtroppo la previsione dell’European center for desease control nella sua proiezione ci dice che se terremo aperte le attività dal 21 dicembre, il 7 gennaio avremo un’impennata di contagi».

Cosa cambierebbe nel protocollo per le scuole?

«Bisogna fare più controlli e le Regioni devono dare una corsia preferenziale a studenti e personale scolastico per fare i tamponi rapidi. Mi chiedo se a questo punto non sia meglio anche misurare la temperatura agli studenti all’ingresso. Certo se avessimo i medici scolastici sarebbe molto più semplice tornare a scuola».

Perché ci sono solo 9 miliardi del recovery fund per la Sanità?

«Io spero che la maggioranza alzi la voce su questo tema: abbiamo presentato 27 progetti per un totale di 26 miliardi. Non è un tema che riguarda solo il nostro ministero ma tutto il Paese».

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abc last dic 15, 2020 Categorie: Media ,Dai mass media
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