La lezione prodiana deve essere assorbita
«Soru ha ragione, serve un nuovo Ulivo»
colloquio con Sandra Zampa di Angela Rossi
su Liberal del gennaio 2009
ROMA. Soru ha ragione. Il suo invito a recuperare la strada tracciata da Prodi e dall`Ulivo va raccolto, perché l`Ulivo rappresenta le radici autentiche sulle quali è nato e cresciuto il Partito Democratico.
Così parlava Sandra Zampa, deputata del Pd che continua a fare anche da portavoce a Romano Prodi, appena tre giorni fa.
Allora, onorevole Zampa, si fa strada sempre più forte l`esigenza di ritornare alla vecchia configurazione dei centrosinistra?
Prima di cominciare a rispondere tengo a precisare che lo faccio solo come deputato del Pd e non come portavoce di Prodi. Passando alla sua domanda, si. Penso che Soru abbia riconosciuto le buone ragioni di un progetto, non di un sogno. Un progetto per l`Italia che ha dimostrato di poter vincere. La prima volta l`Ulivo vinse in maniera sorprendente. C`è un libro, che ho scritto con Prodi e che ripercorre gli avvenimenti e le scelte e dove si racconta la notte del`96 con Prodi e Veltroni insieme ad aspettare i risultati. Rimasero loro stessi sbalorditi perché Prodi era arrivato a Roma convinto di registrare una sconfitta e non una vittoria.
E a Soru riconosco grande lealtà a Prodi. Ha sempre capito che se il governo ha preso alcune decisioni è stato perché non si poteva fare diversamente.
Potrà essere effettivamente affermata la possibilità di superare la leadership di Veltroni in prospettiva di antiche alleanze?
Non credo sia questo il nostro problema e non voglio partecipare a questa cosa della leadership. Mi interessa che si torni a quello spirito di vittoria, di apertura alla società, alla lealtà nel modo di fare politica. Credo che questo partito debba dire con chiarezza che ci sono cose che non vanno bene, come il caso Napoli. La Iervolino vuol rimanere? Rimanga, è stata eletta e quindi resti, ma a noi quella roba non piace e avrebbe fatto bene a capire che la gente chiede rinnovamento. Per esempio serve cominciare a lavorare sul territorio e ad ascoltare la gente. Se un partito perde credibilità ha perso tutto, ha perso la sua ragione di esistere.
Sta ritornando, quindi, la stagione prodiana come modello di riferimento?
Certo io non posso che riconoscermi in quel modo di fare politica, seccamente alternativo a quello della destra. Amo la parola confronto e questo si fa alla pari. Abbiamo un progetto diverso per l`Italia e bisogna saperlo esprimere.
La vera vittoria di Berlusconi è aver fatto marcire culturalmente questo Paese.
Le faccio un piccolo esempio, quello delle classi ponte. Pensare di segregare i figli degli immigrati in classi diverse significa preparare bombe nucleari per il futuro dei nostri figli. Bambini che pensano di essere diversi come ci guardano? Dalla Francia all`Inghilterra si vede ciò che bisogna evitare. Coraggio e si ricominci a stare in mezzo alla gente.
Sa, nei giorni di Natale, con un freddo incredibile sono andata in un mercatino a distribuire l`Unità. Impari di più in una giornata così che con tanti slogan. Anche Obama ha cominciato la sua campagna elettorale di casa in casa e non certo nei salotti buoni. Prodi lo ha fatto, si è speso molto. Credo che occorra ricominciare a dire la verità stando in mezzo alla gente senza inseguire nessuno, né la Lega né i modi comunicativi di Berlusconi che alla fine ha sempre fregato tutti.
Quindi si riafferma fortemente la visione politica di Prodi attraverso altre figure. Veltroni viene insomma sconfessato?
No, non credo che siano queste le intenzioni di Soru, che tra l`altro è legato a Veltroni. Soru riconosce un modello che ha funzionato.
Una cosa deve essere chiara: dal Pd non si torna indietro, l`unica alternativa al Pd è il Pd. Questo Paese ha bisogno di un grande cuore pulsante, forte.
Aleggia il fantasma di Prodi,che nel frattempo si dedica alle vicende internazionali, dall`Africa alla Cina. Ma non è curioso che sia lei, deputata del Pd, ad incarnarlo?
No, credo che ci siano tanti altri parlamentari che concordano su questo. Il Pd è formato da grande spirito riformista socialista, dal cattolicesimo democratico e da una grande apertura alla società.
E sono proprio gli appartenenti a quest`ultimo settore che abbiamo deluso, mentre invece siamo nati per accorciare le distanze tra la politica e la gente. Come ha detto Dossetti, l`unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ricostruzione stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti e oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio restare assenti dalla vita politica e lasciare il campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri.
É necessario un vero moto riformatore.