Benedetto XVI dimentica, ma noi ricordiamo.

Arrivo di un treno di deportati ad AuschwitzNoi ricordiamo…

di Sandra Zampa * su Articolo21 del 03 febbraio 2008
 
Ciò che avreste dovuto leggere non è ciò che state leggendo. Ciò che avreste dovuto leggere era, nelle intenzioni e fino a qualche giorno fa, una riflessione sui numerosi interventi della Conferenza episcopale italiana (CEI) sul tema dell’immigrazione e del rispetto dei diritti degli immigrati nel nostro Paese.

Avrei voluto riflettere con voi di Articolo 21 sulla capacità che i vescovi italiani hanno mostrato- nell’affrontare il tema- non solo di esprimere la doverosa (per un cristiano) carità e solidarietà nei confronti di chi, alla ricerca di un po’ di futuro per sé e per i propri figli, emigra ma soprattutto sulla loro intelligenza nel comprendere cosa serve al futuro nostro e dei nostri figli. Affrontare il tema dell’immigrazione come sta facendo il governo italiano, succube di una sotto cultura che si nutre di identitarismo, paura e ignoranza,  senza una vera politica di accoglienza o di integrazione, crea infatti, a casa nostra, le condizioni per un futuro di sofferenza e difficoltà nella inevitabile convivenza tra gente diversa. Le classi separate o differenziali proposte dalla lega con il via libera del Cavaliere in prima persona (e quale occasione migliore che annunciarne la creazione se non la Giornata internazionale dedicata all’infanzia?) sono un esempio di questa miopia politica che invocando la difesa dell’identità e degli interessi della nazione mette le basi per minarli in un futuro non così lontano. Quali sentimenti potranno maturare i bambini immigrati educati “separatamente” dagli altri per non recare danno al loro apprendimento o comunque “non abbastanza bravi” per stare insieme a tutti gli altri? Sconcerta l’inconsapevolezza di chi sembra ignorare che adottando queste politiche ci si cresce in casa non cittadini ma nemici. Pronti a “vendicarsi”, appena possibile, per le ingiustizie subite da parte di chi avrebbe dovuto accoglierli ed aiutarli a capire il Paese eletto a dimora del proprio futuro. 

Una fossa comune a BirkenauLo stesso ragionamento vale per la tassa di soggiorno sugli stranieri. “Rivela una aberrante criminalizzazione” hanno detto i vescovi che, incuranti della popolarità delle proprie affermazioni,  hanno compreso e denunciato, con forse  maggior efficacia delle forze politiche di opposizione, che non si può tacere su quanto avviene sotto i nostri occhi. In gioco ci sono i fondamenti della vita comune di oggi e di quella a venire. Avrei voluto ragionare di questo con voi.

Ma quello spazio di riflessione, che anche oggi torna prepotentemente a farsi urgente, dopo altre violenze razziste, è stato occupato da altro. Che pure ha a che fare con il futuro, con le nostre coscienze, e con la fede e la cultura cristiana. Quasi a testimoniare la drammatica crisi che sta attraversando tutte le realtà e che non risparmia la Chiesa chiedendo perciò a ciascuno di noi  la fatica di una riflessione in più e di un impegno in prima persona.  Mi riferisco alla decisione di Benedetto XVI di riammettere alla piena comunione con la chiesa i lefebvriani. Annunciata proprio a ridosso di quella Giornata della memoria voluta per riportare al centro dell’attenzione del mondo intero il ricordo della Shoah.  

Un gesto che ha ferito la comunità ebraica e la società intera, laica e credente.

Un gesto incomprensibile quando ci si interroga sulla sua necessità. Quale ragione urgente l’ha determinato anche a costo di passar sopra a opinioni criminali come quelle espresse dal vescovo Williamson e da altri seguaci di mons. Lefebvre? Noi che ricordiamo il gesto compiuto da Giovanni Paolo II al Muro del Pianto di Gerusalemme, non possiamo sfuggire alla necessità- questa sì urgente- di dire chiaro e forte il nostro dissenso da quella scelta.  Con molto coraggio il teologo Vito Mancuso ha affrontato la vicenda dalle colonne di un quotidiano ricordando che nel 1998 il Vaticano aveva pubblicato un documento intitolato “Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah”: ebbene, osserva Mancuso “accettando monsignor Williamson come vescovo cattolico, Benedetto XVI ne ha scritto un altro con un titolo diverso: “noi dimentichiamo”. Un titolo che in parte è stato corretto dalle parole di condanna per il negazionismo pronunciate nei giorni successivi  ma che non si è alleggerito rispetto al suo impatto e significato iniziale.

Noi tutti che ricordiamo con il sentimento di pace che fu capace di produrre in noi stessi, nella comunità ebraica e in tutte le parti del mondo alla ricerca di una vera riconciliazione tra le fedi,  avvertiamo la necessità di dire alto e forte: “noi ricordiamo”.

* Parlamentare Pd, già portavoce di Romano Prodi

Print Friendly, PDF & Email
Be Sociable, Share!
abc last feb 3, 2009 Categorie: Media ,Sui mass media
Tag: , , .

Appuntamenti

  • Eventi sono in arrivo, resta sintonizzato!

mese per mese

Nel sito

Facebook

"IlFuturoHaRadiciAntiche"

Iscriviti alla newsletter di Sandra Zampa
Leggi informativa sulla Privacy
Per cancellare iscrizione invia richiesta a info@sandrazampa.it