Intervento scritto di Sandra Zampa all’incontro dell’area Civati al Teatro Piccolo Eliseo di Roma il 15 giugno 2014. E’ stato letto durante l’assemblea.
Carissimo Pippo, carissimi tutti,
mi spiace tanto di non essere con voi oggi. Mi è stato davvero impossibile e spero che potremo presto recuperare.
I giorni del nostro incontro di Bologna, molto difficile e travagliato, sembrano lontanissimi tanto sono cambiate le cose da allora. La proposta politica del segretario Renzi ha intercettato le aspettative dell’elettorato in una misura che ha certamente sorpreso anche chi si attendeva il miglior risultato.
Il partito, uscito rafforzato dalla prova elettorale e di governo, si prepara ad annunciare una “gestione unitaria” che avrà tra i protagonisti gran parte di coloro che avevano aderito alla mozione Cuperlo.
All’opposizione restano i sostenitori della mozione Civati svolgendo un ruolo prezioso, fondamentale per la vita del Partito democratico. Lo si è misurato anche nel risultato elettorale delle europee: non è un caso che i candidati vicini all’area Civati abbiano raccolto un così alto numero di voti. La nostra attenzione a temi “delicati” e cruciali per il Paese come l’etica, la trasparenza, l’immigrazione, l’ambiente, e a nodi politici come la relazione con le forze che stanno alla sinistra del Pd, hanno saputo parlare e ottenere il consenso di tante persone.
Alla vittoria del 25 maggio abbiamo concorso tutti e possiamo ben rivendicarla come un successo collettivo. Sappiamo quanto Pippo abbia faticato in giro per l’Italia per portare i candidati “dem” in Europa e gli dobbiamo un grande ringraziamento.
Mi verrebbe voglia di dire che se si fosse capaci di guardare un pochino oltre i confini delle proprie certezze si comprenderebbe quanto prezioso sia il ruolo di cerniera che questa area svolge con ciò che sta fuori e oltre il Pd. Arrivati qui ci dobbiamo chiedere quale è il ruolo e, al tempo stesso, il contributo che noi tutti possiamo dare ora alla crescita del partito e al suo progetto.
Lo spazio è grandissimo sia dentro a casa nostra che fuori. Ma richiede una determinazione sui temi e sulla proposta politica: è tempo di lavorare per ottenere che alcuni impegni entrino a far parte del l’agenda del governo.
Penso alla cittadinanza, al superamento dei CIE e all’immigrazione, alla lotta alla povertà, alla trasparenza, all’informazione, alla democrazia interna al Pd e alla partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti. Penso che dovremo tornare con serietà e impegno a lavorare sulla legge elettorale che ha aspetti più’ problematici che positivi.
Ho già avuto modo di dire pubblicamente quel che penso sulle riforme costituzionali e sulla questione “senato”: il superamento del bicameralismo perfetto era da tempo entrato tra gli obiettivi del Pd. C’era già ai tempi dell’Ulivo. Ma la riforma non è certo partita con il coinvolgimento necessario e sufficiente a garantirle un percorso tranquillo. Molti sono i problemi ancora aperti e io auspico e chiedo un supplemento di confronto.
Lo ha detto ieri con efficacia straordinaria Tocci. Lo fecero i padri costituenti di discutere e litigare senza paure. Ma alla fine la politica deve scegliere e io credo che lo si debba fare rispettando le decisioni assunte a maggioranza pur manifestando, nei modi e nelle forme più efficaci, il proprio dissenso e la propria opinione.
Mai come in questa congiuntura storica occorre avere il senso delle priorità: aprire una crisi interna al nostro partito e nel governo non sarebbe compreso dalla gran parte di coloro che ci hanno dato fiducia il 25 maggio. E svilirebbe il ruolo di una area che non rinuncia al suo posizionamento critico e alla sua autonomia di giudizio – e per questo non intende assumere incarichi esecutivi – ma rifiuta di chiudersi in un recinto minoritario. Un grande abbraccio a tutti voi.
Sandra