Italicum fermo al palo, i prodiani guidano un fronte no-preferenze. Zampa: non passeranno mai, in tantissimi siamo contrari
Articolo di Jacopo Iacoboni su La Stampa del 10 agosto 2014
Ha appena incassato il primo successo (dal suo punto di vista), e per Matteo Renzi già si delinea un problema, nel proseguimento del cammino sulle riforme ”politiche”: è in corso nel Pd una vera rivolta contro l’idea di inserire le prefermze nella Legge Elettorale; fossero anche le preferenze mitigate dal capolista bloccato (punto fermo di Berlusconi).
E’ fortissimo il malcontento dei prodiani, forse dello stesso Professore, che naturalmente non si occupa di queste cose, nè proferisce parola. Ma i contrari sono molti di più e di varie aree, anche se è difficile quantificarli.
Sandra Zampa è tra le poche che già in Direzione ha espresso chiaramente il suo punto di vista: ”inserire le preferenze sarebbe tornare indietro, noi siamo davanti a un bivio, vogliamo conservare e anzi rafforzare il bipolarismo, o andare verso un generico Centro, che sarebbe però la negazione di tutta la nostra storia negli ultimi vent’anni? Ricordo poi che le preferenze furono bocciate da un referendum, anche se ormai nessuno lo cita più”.
Il fronte però è vasto, e non comprende solo la storica portavoce di Romano Prodi. Contrari alle preferenze sono sicuramente un fondatore dell’Ulivo come Arturo Parisi (dice la Zampa ”sono sicurissima che Parisi non ci starebbe”), un renziano critico come Roberto Giachetti, che l’ha detto apertamente, ma anche tanti altri parlamentari. che magari si espongono meno ma si contano, e soprattutto, sono tanti.
Stella Bianchi voleva iniziare una raccolta di firme per sottoporre al premier-segretario la contrarietà di un’area cospicua. Si è deciso di rinunciare nella convinzione che l’idea delle preferenze si stia arenando da sola; Renzi è di solito abile nel cogliere il clima e il clima nel Pd è molto molto perpelesso, su questo.
L’elenco di questa opposizione alle preferenze parrebbe molto più esteso di quello dei dissidenti sul voto finale della riforma del Senato.
Vi compaiono nomi come Monaco, Nicoletti, Martelli, ma certo anche Cuperlo e Bersani hanno più di una perplessità. E l’attuale Presidente del partito, Matteo Orfini, a chi gli chiedeva giorni fa se si stesse andando verso un inserimento (magari parziale), delle preferenze nello schema di Legge Elettorale ha risposto, senza esitare, ”assolutamente no”.
Se i prodiani scalpitano, sul Governo il Professore è almeno preoccupato. La sensazione che ci sia qualcosa che non va, nella macchina della nostra economia, è stata da lui più volte argomentata; come anche quella che, prima della riforma del Senato (e probabilmente anche della Legge Elettorale), bisognasse avere il coraggio di prendere il toro per le corna: economia, lavoro, tagli alla spesa pubblica.
A tutto questo si aggiunge che nel mondo prodiano non fanno certo i salti di gioia anche solo per le illazioni di un’intesa del Premier con Berlusconi che spinga a escludere Prodi dalla corsa al Quirinale. Che il Professore fosse escluso, in un qualunque schema di dialogo con l’ex Cavaliere, era ovvio; nè alcuno di loro si apettava diversamente. Ma questa sensazione, unita a certi silenzi, non ha certo avvicinato quel mondo al renzismo attuale.
Perché le preferenze vi fanno tanta paura?
P.S:ricordo che il referendum di qualche anno fa eliminò le preferenze multiple lasciando la possibilità di esprimere una sola preferenza.