Su Il Corriere della Sera, edizione di Bologna, del 13 febbraio 2009
E’ di oggi la notizia che Ivano Marescotti, stimato attore e apprezzato democratico, non rinnoverà la sua iscrizione al PD. Una notizia che mi rattrista e mi spinge a chiedergli di ripensarci. E’ nel momento più duro e difficile che sono necessari uomini capaci di contributi generosi.
La notizia e’ resa ancor più triste dalle motivazioni che Marescotti indica (il voto di coscienza su questioni di tipo etico come la fine della vita). Marescotti ha ragione. Nel caso del disgraziato disegno di legge del governo c’erano ragioni sufficienti a respingerlo: non solo per il merito, ma anche per il grave conflitto istituzionale che esso aveva aperto e avrebbe acuito se approvato.
Ma non voglio evitare il punto che riguarda il PD. Un partito non puo’ ridursi a una somma di posizioni limitandosi a indicare quella “prevalente’. Deve avere una posizione condivisa senza escludere casi di coscienza, ma davvero eccezionali e come tali giustificati.
Nella tragica vicenda Englaro sarebbe bene che coloro che tra noi nel PD hanno manifestato un “caso di coscienza” si rendessero ben conto di avere un dovere di chiarezza nella comunicazione. Non si puo’ dire che abbiamo assistito ad una battaglia per la vita, ne’ che l’altro fronte esprimesse la volonta’ di combattere per la morte. Non si puo’ perche’ e’ falso.
Queste riflessioni, tra noi nel PD, sono appena iniziate. Ci vorra’ tempo e pazienza per far crescere e maturare una nuova cultura politica delle democratiche e dei democratici. Per questo c’e’ bisogno che Marescotti resti e ci aiuti. Glielo chiede una democratica che ha con il PD, per la prima volta, tesserato se stessa a un partito. On.
Sandra Zampa