“Quando ho saputo che il capo della rivolta dei tassisti di Roma, Loreno Bittarelli, era candidato con il Pdl ho capito che dovevo stare da questa parte”.
Sono nella sala Italia del Palazzo dei Congressi di Bologna e ascolto i candidati che si presentano assieme a me per il PD, Giancarlo Sangalli, Rita Ghedini e il “nostro” Ministro Pier Luigi Bersani ricordare una pagina che ha segnato la storia dell’attività del governo: le liberalizzazioni.
Bersani fa chiarezza: “civismo , interesse pubblico, etica sono questioni che dobbiamo affrontare tutti insieme, a tutti i livelli, non solo noi politici, ma anche i cittadini. La destra non è solo illiberale. La cosa grave è che ammicca all’anticivismo e così si rischia di paralizzare il Paese”.
Fa male al paese chi cerca di convincerlo che siamo tutti uguali, che nei programmi non ci sono differenze sostanziali, che nei comportamenti non ci sono diversità. Fa male chi non ricorda il nome e il cognome di chi ha, come Bersani, assunto responsabilità per cambiare il Paese e permettergli di tornare a correre.
Ha davvero ragione Bersani: “bisogna smettere di avere paura del cambiamento”.