Care elettrici,
è con commozione e con orgoglio che vi scrivo, che scrivo alle donne dell’Emilia Romagna, per rivolgervi un invito: il 13 e 14 aprile, alle elezioni politiche, votate senza esitazione per le donne e, dunque, votate per il Partito Democratico.
La commozione è motivata dalla considerazione che porto per questa regione, un territorio dove più e prima che altrove in Italia, le donne hanno ottenuto pari opportunità, servizi, la possibilità di conciliare carriera e lavoro e hanno saputo declinare un impegno politico concreto: come sindaci, presidenti di provincia, assessori, consigliere. L’orgoglio è quello della responsabilità di essere stata scelta come capolista al Senato per il Pd proprio in questa regione.
Il Partito Democratico è l’unica vera forza innovatrice e riformista presente oggi in Italia. Lo è, per prima cosa, perché abbiamo lavorato affinché fosse, fin dall’inizio, un partito di donne e di uomini. Le donne hanno partecipato in modo paritario alle fasi costituenti del partito, ottenendo il 50 per cento nell’assemblea costituente e negli organismi dirigenti. Lo statuto, il codice etico e il manifesto portano il segno di questa democrazia paritaria e costituiscono un’eredità importante anche per le nostre figlie e le nostre nipoti. Le donne nelle nostre liste sono 379, il 42 per cento dei candidati, e abbiamo calcolato che almeno 1 su 3 dei nostri deputati e dei nostri senatori sarà una donna. Non è ancora la parità, e certo c’è ancora molto da fare. Però è una prima attuazione del nuovo articolo 51 della Costituzione sulla pari rappresentanza di genere e, soprattutto, è una base importante per continuare il nostro lavoro.
Noi abbiamo la responsabilità di cambiare questo Paese, che ha un profondo bisogno di risvegliarsi dal suo torpore culturale e di un nuovo rilancio economico e sociale. Per farlo, dobbiamo puntare sulle donne, perché loro, forza inesausta del nostro Paese, possono essere una delle risorse dello sviluppo. Per fare questo salto all’Italia servono i talenti femminili. Tutti. Il nostro deve diventare un Paese in cui le donne siano più protagoniste nel mondo del lavoro, nelle carriere, nelle professioni, nella politica. Conciliando la carriera con la maternità.
E’ necessario per prima cosa innalzare il tasso di occupazione femminile dell’Italia, che è uno dei più bassi d’Europa. Più lavoro stabile alle donne, soprattutto giovani, significa infatti più sviluppo, più natalità, più realizzazione.
Per questo vogliamo che le aziende che assumono stabilmente donne giovani possano godere di incentivi fiscali. Per sostenere il reddito, intendiamo abbattere di un punto all’anno per 3 anni la pressione fiscale sui lavoratori e diminuire la tassazione sul “salario di produttività”, perché venga premiato il merito. Le imprenditrici avranno a disposizione procedure più semplici, soprattutto in campo fiscale. Le famiglie avranno una dote fiscale di 2500 euro all’anno per il primo figlio, che crescerà con l’allargarsi del nucleo famigliare.
Promuovere maggiore occupazione femminile vuol dire agevolare la conciliazione dei tempi e creare più servizi, e non solo all’infanzia, ma anche per le persone con handicap e gli anziani. Vogliamo creare, con appositi incentivi fiscali, un mercato di servizi avanzati per le famiglie, perché il lavoro di cura non sia a carico solo delle donne. I cittadini non autosufficienti potranno godere di un bonus da spendere nei servizi offerti in modo diretto o indiretto dai Comuni. L’asilo nido dovrà diventare un diritto per tutti i bambini e avere orari flessibili e lunghi, mentre le scuole elementari dovranno offrire servizi pomeridiani ed estivi. Il congedo parentale sarà esteso fino al 100 per cento del tempo di lavoro per un periodo di 12 mesi, come avviene in Francia, e i padri potranno avere un congedo di paternità interamente retribuito.
Vogliamo inoltre una legge sull’eguaglianza di genere nel mercato del lavoro, come in Spagna. A parità di titoli e di competenze, infatti, nel nostro Paese le lavoratrici guadagnano il 30 per cento in meno dei lavoratori e raggiungono più difficilmente i posti dirigenziali. Per questo, daremo alle imprese che assumono rispettando le pari opportunità più punteggio nelle graduatorie degli appalti.
Infine, ma non in ultimo, i diritti. Il Pd promuoverà il riconoscimento giuridico dei diritti delle persone che convivono stabilmente, la piena attuazione della legge 194, il rispetto della libertà di scegliere i trattamenti sanitari ai quali essere sottoposti. Il nostro sistema sanitario deve migliorare attraverso un’iniezione di imprenditorialità.
Tutto questo, insieme, si può fare.
Anna Finocchiaro