Pranzo di autofinanziamento al Centro Anziani “Barca” di via Pietro Nenni al quartiere Reno. Menu bolognese: pasta al forno, arrosto misto con patate, formaggio e frutta. Concessioni alla moda del momento: sorbetto al limone tra primo e secondo.
L’applauso più lungo saluta il Presidente del PD, il premier Romano Prodi. Quello più divertito il cuoco, Luciano Galletti che presenta la “squadra” di volontari impegnata in cucina, e chiamata ad una “prova” non da poco: mettere a tavola centoventi persone. “Noi siamo i giovani di una volta (quattro signore, due assistenti, quattro camerieri, tutti rigorosamente over sessanta). Fino a qualche giorno fa eravamo parecchio preoccupati e ci domandavamo: ‘Ce la faremo’?. Beh, noi ce l’abbiamo fatta. Adesso ce la deve fare anche il PD!”.
Al mio tavolo un bel gruppo di signore con e senza marito. Alla mia sinistra Maria Luisa, che ha già frequentato tre corsi di alfabetizzazione informatica e sembra cavarsela assai bene con Internet (“molto divertente” dice mentre mi racconta che i corsi organizzati da un comune della periferia bolognese le sono costati ben venticinque euro l’uno!).
Di fronte a me Maria Stella e Giovanna, attive nella vita del quartiere e nell’attività politica come cittadine semplicemente “impegnate” e fortemente attente ai valori cattolici. Molto seccate dalle esibizioni di Giuliano Ferrara sulla 194, molto rattristate dalla strumentalizzazione presente della fede a fini politici.
Alla mia destra due signore di un’associazione di donne nata nel clima di reazione civile a uno stupro compiuto in quel quartiere vent’anni fa. Un’associazione che riunisce oltre cento donne e che ha fatto, in collaborazione con la CGIL, un’adozione a distanza di una donna bosniaca violentata durante la guerra. Promuove attività culturali e sportive.
Sono queste donne e questi uomini, nella loro vita quotidiana, ad avere costruito le fondamenta del Partito Democratico. Sono loro ad avere concorso a realizzare, in collaborazione con le istituzioni locali, la rete dei servizi che ha permesso alle donne emiliane di lavorare, studiare, fare attività sindacale e politica e che garantisce assistenza e permette loro di avere una intensa vita sociale.
Sono loro che ci hanno insegnato come si fa ad “essere comunità”. Sono loro che ci insegnano il gusto di essere parte di un progetto comune.