“Abbiamo costruito il Pd che è l’unico punto di riferimento democratico della storia Italiana”.
Così Romano Prodi, accolto da un lunghissimo applauso, ha aperto ieri sera il suo intervento in Piazza Maggiore a Bologna, nel comizio di chiusura della campagna elettorale del Pd in Emilia Romagna.
Tra gli applausi dei sostenitori, Prodi ha ringraziato Bologna e l’Emilia Romagna: “E’ per me una grande commozione essere con voi e con Walter in questa chiusura di campagna elettorale. A Bologna – ricorda il Professore – abbiamo cominciato un lavoro comune. Abbiamo iniziato un confronto sui problemi comuni e su questo dialogo abbiamo costruito il Partito democratico, abbiamo messo insieme radici comuni per avviare insieme un cammino difficile perché la situazione internazionale ci spingeva a dividerci”.
“L’Italia – ha continuato Prodi – aveva bisogno del Pd per ricostruire le basi della democrazia italiana e riorganizzare
una forza riformista di cui abbiamo bisogno. Il Pd è l’unica novità vera di questa fase politica. L’Italia aveva bisogno del Partito Democratico per finirla con la frammentazione dei partiti e per ricostruire le basi della democrazia italiana”.
Sottolineando con orgoglio il lavoro del suo governo, Prodi ha ricordato “il difficile risanamento dei conti pubblici,
uno sforzo “per avere un posto dignitoso in Europa, un posto che ora abbiamo. Abbiamo risanato e redistribuito un punto percentuale di Pil, forse vi sembra poco, ma è quello che hanno promesso i candidati americani”. Invitando gli italiani a votare con coscienza, Prodi ha ricordato quanto fatto in questi due anni alla guida del Paese. “Dobbiamo vincere anche per non perdere le tante cose fatte insieme in passato”, ha detto Prodi, parlando del ritiro delle truppe dall’Iraq, una decisione
“per la pace, la giustizia e la solidarietà”, una scelta fatta lealmente, come confermano anche le parole del Presidente Bush: “Quando ho ritirato le truppe dall’Iraq il presidente americano mi ha detto che si sarebbe stupito del contrario, perchè, mi ha detto, ‘tu sei un uomo leale, lo avevi detto in campagna elettorale’”.
“Io – ha proseguito Prodi – ho battuto due volte Silvio Berlusconi. Ora vogliamo vincere una terza volta, non solo perchè non c’è due senza tre ma anche perchè l’ipotesi di una vittoria del principale esponente dello schieramento avverso per l’Europa
e per il mondo provoca una situazione di vero sgomento”. Ricordando le parole di Berlusconi sulla possibilità di cedere la presidenza di una Camera in cambio della Presidenza della Repubblica, Prodi ha detto con fermezza che “il presidente della Repubblica di tutti si chiama e si chiamerà anche in futuro Giorgio Napolitano. E’ il presidente degli italiani”.
Prodi ha concluso il suo intervento rivolgendosi a Veltroni, al suo fianco sul palco: “hai fatto una campagna elettorale straordinaria con una partenza difficile e con le piazze che si sono via via riempite come la straordinaria piazza di stasera.
Ora hai il compito di portare il Pd alla vittoria oggi, al governo domani e poi alla costruzione di un’Italia solida che abbandoni le tensioni e le esperienze folli che abbiamo sentito in questi anni”.