il Domani venerdì 21 marzo 2008
LA CANDIDATA. «In nessun’altra regione come in questa le donne hanno ottenuto così tante conquiste»
Sandra Zampa, giornalista, in corsa alla Camera: siamo un caso unico in Italia Sandra Zampa, capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio e candidata Pd alla Camera, è pronta a partire per l’ultimo tour elettorale. L’obiettivo? Spiegare alle donne che è in gioco il loro futuro e quello dei loro figli.
«Si parte in pulmino per convincere le donne indecise. Con quali argomenti?
«Più che per convincere è per spiegare alle donne indecise cosa c’è in gioco: il futuro del Paese e dei loro figli. Partiamo con due valenze. La prima è il senso di unità delle candidate che è un fatto unico, avviene solo in Emilia-Romagna. Così come solo nella nostra regione si è arrivati a un numero di candidate e di eleggibili altissimo. In questo senso il lavoro della segreteria del Pd sulla composizione delle liste è stato determinante.
D’altronde in nessun’altra regione le donne hanno raggiunto tante conquiste: dall’alto tasso di occupazione, al numero di nidi, al welfare in generale. Dal dopoguerra le donne hanno dimostrato di saper contribuire alla ricostruzione del Paese. Oggi chiediamo loro di fare la stessa scelta per proseguire il risanamento e guardare avanti: all’innovazione e a posti di lavoro dirigenziali per le loro figlie che sono tra le più preparate e scolarizzate. Dall’ultimo censimento sui nuovi iscritti negli atenei emiliano-romagnoli nel 2005-2006 risulta che le donne sono 153.000, più del 50% del totale.
E sono sempre le donne a laurearsi con i voti più bassi e a vincere i concorsi. Ieri mattina a un banchetto sulla via Emilia ho conosciuta una straordinaria volontaria del Pd, la signora Lucia, che lavora da 10 anni alla Cgil. Mi ha detto “vede, a Borgo Panigale prima non c’era niente e ora io ho aperto due sedi del sindacato”. Le donne emiliane sono così, sanno rimboccarsi le maniche. Sono sicura che ci ascolteranno»
Cosa cambierà il Pd nella vita delle donne?
«Le rafforzerà nelle loro conquiste, le rinnoverà. Basta pensare al bollino rosa per le imprese proposto da Veltroni che incentiva le assunzioni femminili. Le donne nel Pd avranno un grande alleato: proseguirà nell’implemento dei nidi e dell’occupazione al sud. Un intero paragrafo del manifesto dei valori del Pd è dedicato alle donne»
E nella sua cos’ha cambiato?
«È stato il primo. Non ho mai avuto una tessera prima»
Un po’ come il primo amore?
«Il grande amore per me è stato l’Ulivo e nel Pd vorrei sentire quell’anima, quella grande tradizione cattolico-riformista capace di esprimere una cultura di governo»
In Emilia-Romagna il 50% dei candidati è donna. Ma che percentuale pensa che arriverà in Parlamento?
«Ce la farà circa il 40% del totale delle candidate. L’Emilia-Romagna segnerà sicuramente un record nazionale»
Una prodiana come lei si sente a disagio nell’era veltroniana?
«No. Veltroni stesso ha detto la verità su quello che è successo ammettendo che Prodi ha fatto miracoli. Ai banchetti la gente mi dice di volerlo “santo subito”. Non mi sento a disagio perchè nel Pd si trova la cultura dell’Ulivo anche se in modi diversi. E poi Prodi è ancora il nostro presidente »
Che consigli le dà Prodi?
«Più che altro mi prende in giro, mi fa delle battute con affettuosa ironia. Ho imparato molto da lui lavorandoci assieme»
Da giornalista a parlamentare. È un passaggio difficile?
«Mi sento una grande responsabilità. Conto sul fatto di aver imparato molto seguendo l’attività parlamentare e anche sul fatto che sono disponibile a imparare ancora»
Rice, Merkel, Clinton, Royal… Qual è il suo modello?
«Tina Anselmi. Per me rappresenta l’idea della partecipazione alla vita civile, l’idea che per cambiare bisogna esserci e rimboccarsi le maniche. Anche Ségolène Royal, con i suoi tailleur estremamente femminili, ha lanciato una sfida e ha portato il partito a livelli più alti dei colleghi maschi. Diciamo che mi guidano molti modelli, non solo femminili. E più di tutto amo le partigiane»
Se sarà eletta quale sarà la sua prima battaglia?
«L’abolizione di questa orrenda legge elettorale»
E per il rinnovo del contratto dei giornalisti, bloccato da oltre tre anni?
«È una cosa vergognosa che grida vendetta. Il tentativo degli editori di far scomparire la professione è un problema rilevante: niente ha a che fare con la democrazia come l’informazione. Uno dei miei proponimenti è di entrare in commissione informazione»
Pensa di tornare un giorno alla sua vecchia professione?
«Perchè no? Ho amato molto questo lavoro. Dopo la ricerca storica, è la mia seconda vocazione ».
JDA