Rilanciamo insieme il progetto del PD. Convocare l’assemblea costituente.

gen 13, 2009 Categorie: Media ,Sui mass media
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Pietro ScoppolaRilanciamo insieme il progetto del PD. Convocare l’assemblea costituente.

su L’Unità del 13 gennaio 2009 – sezione Forum

 “Non si può ripetere all’infinito che il paese è maturo per un partito democratico, che c’è una diffusa domanda di base, senza compiere poi atti conseguenti, seri ed efficaci… i partiti diano vita a un nuovo soggetto unitario ma avvertano il rischio che le speranze cresciute in questi anni, che i partiti stessi hanno diffuso e che hanno dato vita a una mobilitazione di popolo, diventino nuove delusioni”.

Era il 6 ottobre 2006 quando Scoppola, scomparso un anno fa, da Orvieto ci esortava a realizzare quella “speranza” di nuovo riformismo, di futuro per il centro sinistra, nata per il cambiamento del Paese dieci anni prima con la messa a dimora dell’Ulivo.

Nel pensiero dei padri fondatori il Partito Democratico doveva unire riformismi dalle radici antiche e, al tempo stesso, produrre una nuova cultura politica con un’innovazione capace di attrarre nuovi protagonisti. Come era stato per l’Ulivo, doveva farsi anche espressione di un sistema di alternanza nettamente alternativo nella proposta di governo. Un anno dopo l’incontro di Orvieto, il Partito democratico nasceva.

Ma oggi molti pericoli mettono in discussione la qualità del suo futuro e il suo stesso futuro. Il “mio PD può fallire” ha scritto di recente Salvati, temendo che a prevalere sia infine chi sostiene che “ci siamo sbagliati”, dunque “si torni indietro”.

E’ tempo che si prenda atto che l’unica alternativa al PD è il PD.  Per ripartire serve un’ analisi impietosa del percorso fatto fin qui. Gli atti  compiuti sono stati “seri ed efficaci” come Scoppola auspicava?

A giudicare dai risultati non abbastanza. L’elaborazione di una nuova cultura politica con le radici salde nel passato e lo sguardo al futuro non si è compiuta o, almeno, non  in modo condiviso. Non si costruisce un partito se non si riesce a condividerne le ragioni e gli obiettivi con chi gli dà voce ed espressione. Ciò avviene solo con l’applicazione piena e assoluta delle regole democratiche, defatiganti a volte, indispensabili sempre.

Dobbiamo esercitare un supplemento di responsabilità nel momento in cui il nostro Paese, attraversato da una crisi profondissima, ha bisogno del PD. In questo contesto occorre comprendere davvero il senso della parola “crisi”: scelta, giudizio, separazione. Momento di decisione, dunque opportunità. La si assuma in tal senso e la si pratichi. Sappia il PD imparare dalla vittoria di Obama interpretandola alla luce del triplice senso kantiano di signum rememorativum, demonstrativum e prognosticum. Il PD evochi nel ricordo le sue radici, mostri che la possibilità del cambiamento è reale e, infine, esprima la speranza per il futuro.

Dobbiamo “dimostrare” che il cambiamento attorno al quale si erano accese le speranze di tanti è reale e da noi prima che da ogni altro è praticato. Lo possiamo fare subito convocando, in occasione della conferenza di programma, l’assemblea nazionale costituente che è l’espressione e “il” luogo della democrazia interna messo a disposizione del partito da quegli stessi cittadini che hanno designato Veltroni alla segreteria del PD.

In quella sede di potrà dar vita a un confronto ampio e non più rinviabile.

On Sandra Zampa

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