Primarie per il Sindaco di Bologna
Ecco perchè ho deciso di votare la Frascaroli
Articolo di Sandra Zampa su La Repubblica di Bologna del 6 gennaio 2011
Nei giorni scorsi, proprio da queste pagine, Gianni Sofri ha indicato ai lettori le caratteristiche necessarie del nuovo futuro sindaco di Bologna e le ragioni della sua scelta alle primarie del 23 gennaio. Onestà, competenza, autorevolezza, capacità di ascolto e decisione.
A questo elenco aggiungerei la capacità di prendersi cura di tutta la comunità, l’intelligenza, la creatività, e la libertà dagli apparati e dai poteri organizzati della città. Per queste ragioni ho deciso di sostenere la candidatura di Amelia Frascaroli.
Ma c’è un punto che vorrei sottolineare con forza perché lo giudico dirimente per il futuro del Partito democratico. Ed e’ il rapporto tra il candidato e il partito. C’è chi pensa, proprio come Sofri, che se le primarie fossero vinte da un candidato non tesserato anche se per cultura politica appartenente alla nostra area e capace di parlare ai nostri elettori convinti o delusi, questo segnerebbe una sconfitta per il Pd.
Io penso il contrario. Per la formale ma pur sempre vera ragione che le nostre regole prevedono primarie aperte a esponenti della società civile ed è bene dar seguito alle regole di cui ci si è dotati senza metterle continuamente in discussione. Faccio ricorso all’esempio di Milano per spiegarmi meglio: i tre candidati (Pisapia, Boeri, Onida) erano tutti non tesserati e di ottimo livello. Chiunque dei tre fosse uscito vincitore dalle primarie avrebbe non solo saputo essere all’altezza della sfida con la destra nella campagna elettorale, ma un ottimo sindaco per tutti i milanesi. Il Pd milanese non sarebbe uscito sconfitto se, in luogo di un sostegno pasticciato (non esplicito) a uno dei tre, i vertici del partito si fossero comportati così e avessero semplicemente garantito (come previsto) l’equidistanza dai candidati.
Non l’hanno fatto. Sbagliando. E il Pd ne ha fatto le spese.
Ma c’e’ una seconda ragione per cui ho deciso di sostenere una candidata civica, cioè non iscritta al Pd. Ritengo che un partito forte debba sapersi aprire senza timore all’esterno. Solo un partito debole si chiude e difende. Il nostro futuro, il futuro del centrosinistra, dipende dalla capacità del Pd di essere davvero all’altezza delle aspettative che si sono create al momento della sua nascita nonché delle sue promesse. A partire dall’ apertura al mondo che gli sta intorno e agli esponenti della società con cui dovrebbe interloquire a ogni livello.
L’ora attuale ci indica la necessità di recuperare alla partecipazione e al voto i troppi che abbandonano perché delusi o estranei alla cultura e alle prassi partitiche. Amelia ha sentito fino in fondo l’urgenza di mettersi al servizio della comunità cittadina. L’ha fatto accettando di candidarsi su richiesta del Pd alle scorse amministrative e poi mettendosi a disposizione della città e di tutte le forze del centrosinistra in occasione delle primarie. I cambiamenti tumultuosi che segnano quest’epoca di passaggio esigono da chi aspira a guidare una comunità e a governare una città la capacità di essere percepito come il sindaco di tutti e di avvalersi dell’aiuto e del sostegno di tanti.
Non è più tempo di contrapposizioni dentro al centro sinistra. E’ tempo di unità, di coraggio e generosità. Solo così possiamo sperare di recuperare la simpatia e il voto di quanti, delusi anche dal Pd, si sono rifugiati nel “grillismo” o nell’astensionismo. Solo così possiamo estendere il consenso a una platea sempre più larga.