Il governo fa finta di non capire, i CIE sono carceri e rischiano di diventare dei canili

IMMIGRATI. BOLOGNA, CIE: NUOVO BANDO AL MASSIMO RIBASSO: Dopo il centro di Modena, gara d’appalto per la struttura di via Mattei con identici i criteri. Scadenza 29 aprile: 30 euro al giorno per la gestione. Zampa (Pd) annuncia battaglia: ‘I diritti umani vengano prima del risparmio

(RED.SOC.) Bologna – La gestione del Cie di Bologna sara’ affidata con il criterio del massimo ribasso, partendo da una base d’asta di 30 euro al giorno per ogni persona trattenuta. Si legge nel nuovo bando per la struttura di via Mattei, pubblicato ieri sul sito della prefettura, in scadenza il 29 aprile. I criteri sono identici a quelli adottati per il Cie di Modena, contro i quali l’onorevole del Pd Sandra Zampa ha presentato un’interpellanza al ministero dell’Interno, chiedendo la sospensione del bando. Ma il sottosegretario di Stato per l’Interno Saverio Ruperto, ha risposto spiegando che il criterio dei 30 euro e’ gia’ stato adottato consuccesso per altri Cie, che comunque sono previsti controlli e che ormai e’ troppo tardi per sospendere i bandi, perche’ ne andrebbe della continuita’ del servizio.

“Sono sconcertata”, dichiara la deputata Pd, “sembra che chi ci governa non sappia di cosa parla. Fanno finta di non capire che quei posti sono carceri e rischiano di diventare anche peggio, come canili“. Secondo la deputata, la gestione etica dei Cie emiliani e’impossibile con la somma prevista dal nuovo bando. A Modena, dove la scadenzadel bando e’ alla fine del mese, la Confraternita della Misericordia fino a oggi ha gestito la struttura con una diaria di 70 euro per ospite. Scendere a 30euro, secondo Zampa, e’ “allucinante”. “Con una cifra tanto bassa i casi sono due”, spiega l’onorevole, “o i servizi minimi non saranno garantiti, o si rischia che i centri finiscano in mano a ditte con infiltrazioni mafiose. L’esigenza di tagliare i costi non puo’ avere la precedenza sul rispetto delle persone”.

Con 30 euro al giorno per persona, secondo il bando, il gestore del Cie bolognese, che prevede 96 posti, dovrebbe garantire la presenza di 6 operatori diurni e 2 notturni, un infermiere 24 ore su 24, un medico per 8 ore al giorno, oltre a servizi di sostegno, assistenza sociale, mediazione linguistica, informazione normativa e (ove applicabile) insegnamento dell’italiano. “Presentando l’interpellanza”, racconta la deputata, “ho letto ai miei colleghi solo alcuni dei servizi e delle attivita’ che dovrebbero essere coperti dai 30 euro quotidiani, e ho visto espressioni allibite. Ma sotto i nostri occhi succedono cose terribili: pensiamo alla donna nigeriana malata di Aids che e’ stata rimpatriata senza poter consultare un avvocato”.

La deputata annuncia battaglia e intende dare visibilita’ agli uomini e alle donne reclusi nei Cie, tramite azioni sia istituzionali che rivolte al pubblico. “Scrivero’ al ministro Anna Maria Cancellieri, sono convinta che non sia informata di cio’ che sta accadendoe spero che da lei avro’ segnali diversi.

Inoltre, chiedero’ un incontro del Pd bolognese per organizzare una manifestazione che porti l’attenzione sul problema dei Cie.

Le persone che vi sono rinchiuse sono sacrificabili perche’ invisibili: le cose devono cambiare, non si puo’ continuare a fregarsene solo perche’ non sono italiani”. Il primo passo e’ dunque fare conoscere sia ai cittadini che ai parlamentari le reali condizioni degli immigrati trattenuti nei centri, che spesso ricevono un trattamento al limite della legalita'”.
(Esther Di Raimo) (www.redattoresociale.it) 14:30 20-03-12

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