Mobilitarsi per cambiare l’assurda realtà dei CIE

L’assurda realtà del CIE e quel bando al ribasso

Articolo di Sandra Zampa su La Repubblica del 26 aprile 2012

Non si esce mai da un Centro di identificazione ed espulsione (CIE) con il cuore leggero. Al contrario, ci si sente un grande disagio addosso. Per la sofferenza che le donne e gli uomini trattenuti la’ dentro trasmettono, ma soprattutto per l’impotenza nel far comprendere gli errori di quel percorso e cambiarlo.

La regola non ha fatto eccezione qualche giorno fa, quando al termine della visita al CIE di via Mattei, con Daniela Vannini, consigliera pd in provincia, Danilo Gruppi, segretario della Cgil e Stefano Brugnara, presidente dell’Arci, ci siamo lasciati alle spalle la disperazione rabbiosa degli uomini e quella rassegnate delle donne,  per lo piu’ giovanissime e in gran parte vittime di tratta.  Sono convinta che quella realta’ vada conosciuta da tutti perche’ e’  con le nostre tasse che e’ mantenuta in essere e perche’ solo conoscendo possiamo giudicare.

I CIE non sono niente altro che luoghi di detenzione dove si e’ privati della liberta’ senza aver commesso un reato: sono un inferno, come li definisce chi li ha visitati.

Casermoni di cemento circondati da sbarre dove e’ rinchiusa gente di tutte le età e con tante storie di vita diverse. Ci sono le badanti denunciate dai vicini di casa o quelle che hanno perso il lavoro e sono state trovate con il permesso scaduto e rinchiuse li’.

Ci sono persone ammalate, madri a cui sono stati portati via e dati in adozione i figli, donne che hanno denunciato la violenza subita, ma poiché prive di permesso di soggiorno, da vittime sono diventate colpevoli e quindi rinchiuse. Ci sono uomini arrivati in Italia ancora minorenni, non accolti in percorsi efficaci di integrazione e finiti sulla strada. Chiusi nel CIE dopo essere magari usciti dalla prigione (!) o dal carcere minorile  e spesso destinati a tornarci dopo un po’. Ci sono mariti e padri senza piu’ lavoro, e persone allo sbando.

Un circuito infernale che produce illegalita’ e,  dunque rappresenta un vero spreco di risorse pubbliche. Denaro gettato senza nessun costrutto. Tanto piu’ dopo la norma del governo Berlusconi che ha prolungato a 18 mesi il periodo di detenzione possibile nei CIE.

“Non siamo dinosauri che vivono anni e anni. Come si fa a portarci via un anno e mezzo di vita chiusi qui?” mi ha detto un tunisino che chiedeva di essere liberato. L’unico sorriso che ha fatto e’ stato quando si e’ definito orgogliosamente “un bravissimo gommista”.

Mentre eravamo in visita al CIE e’ arrivata la notizia dell’esito della gara d’appalto per la sua gestione. Fino ad oggi non era prevista gara al ribasso. Da ora è così. Anche in Emilia Romagna. Non c’e’ federalismo ne’ buon governo per queste realta’.

Base d’asta 30 euro al giorno, vince chi offre di meno per  vitto, assistenza, pulizia dei locali, il necessario per la pulizia personale, mediazione linguistica e culturale, interventi sanitari straordinari e ordinari. Tutto insomma. A Bologna si e’ aggiudicata il bando una società di Siracusa che ha presentato un’offerta di 28 euro al giorno.

Desta sorpresa che si ritenga possibile che con quella somma si possano garantire i servizi previsti dal bando con personale in regola. Desta sorpresa che da un lato il Viminale tiri dritto su questa strada per far cassa senza troppo badare a rischi per la legalita’  e dall’altro lato la ministro Cancellieri venga a Bologna per annunciare l’adesione del suo Ministero all’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi alla criminalita‘.

Per questo credo che occorra non solo vigilare- e sono certa che sapra’ farlo la vicepresidente della regione Simonetta Saliera- ma anche mobilitarsi perche’ l’assurda realta’ dei CIE cambi.

Print Friendly, PDF & Email
Be Sociable, Share!

Appuntamenti

  • Eventi sono in arrivo, resta sintonizzato!

mese per mese

Nel sito

Facebook

"IlFuturoHaRadiciAntiche"

Iscriviti alla newsletter di Sandra Zampa
Leggi informativa sulla Privacy
Per cancellare iscrizione invia richiesta a info@sandrazampa.it