Lettera al direttore de La Stampa del 14 ottobre 2009
Caro Direttore, ho letto con curiosità il divertente articolo di Jacopo Iacoboni sull’Italia degli ultrà e le T-shirt. Al di là di imprecisioni oggettive (all’idea della maglietta, che è nata durante una telefonata mattutina tra la senatrice Albertina Soliani e la sottoscritta, entrambe socie fondatrici dell’Associazione «Le democratiche», è del tutto estraneo il circolo di Sinalunga così come altri circoli), vorrei chiarire che lo spirito che ci ha guidate non ha a che fare con un «noi contro» qualcuno. Ma con un «noi con» qualcuno.
Vorrei dirle che il nostro sentimento somiglia di più a quello che condusse Kennedy a dichiarare «siamo tutti berlinesi» che a quello che ci viene attribuito dall’articolo.
Della brutta, ineducata, intimidatoria, offensiva battuta del Cavaliere (il cui copyright appartiene a Sgarbi) nei confronti di Rosy Bindi, abbiamo colto la volontà discriminatoria. E la genialità di Rosy si è manifestata nella scelta di una risposta non solo pacata, ma profondamente «politica».
Si potevano scegliere tante strade: lo sdegno, l’insulto, il sarcasmo. La vicepresidente della Camera ha scelto la strada politica. In quella espressione, «non sono a sua disposizione», c’è un manifesto politico. Con la T-shirt noi abbiamo detto, anzi proclamato, di aver fatto nostro quella certezza: neppure noi siamo a sua disposizione.
L’augurio è che mai nessuno si metta a disposizione del volere dei potenti. Che occupando i media lanciano intimidazioni. E ai potenti vogliamo ricordare che è meglio fare attenzione a non irritare troppo le donne.
On Sandra Zampa