(ER) PD. ZAMPA NON FIRMA CON ULIVISTI: MA PREOCCUPATA ANCH’IO “TROPPE
CORRENTI, COSi’ SI DISTRUGGE PARTITO, SERVE CREDIBILITA'”
(DIRE) Bologna, 28 dic. – Nella fronda ulivista interna al Pd, e quasi interamente targata Emilia-Romagna, spicca un’assenza. La lettera pubblicata
ieri dal “Corriere della sera”, infatti, non ha la firma di Sandra Zampa, altra deputata bolognese e vicina a Romano Prodi come (se non di piu’) gli
altri firmatari: Arturo Parisi, Giulio Santagata, Albertina Soliani, Andrea Papini, Antonio La Forgia, Mario Barbi e Fausto Recchia. Il che, pero’, precisa la stessa Zampa, e’ tutt’altro che una presa di distanza: perche’ “la preoccupazione espressa in quella lettera non e’ solo nostra, o solo mia, ma di molti”.
La democratica, del resto, ricorda che alcune critiche contenute nella missiva indirizzata al leader Pier Luigi Bersani sono le stesse che lei da tempo va ripetendo, a cominciare dal fatto che “siamo una somma di correnti dove ognuno agisce per conto suo”. E cosi’ facendo, “stiamo distruggendo il Pd”.
Zampa, dunque, si e’ “presa del tempo” per riflettere sull’appello di Parisi & co, ma soprattutto “per capire cosa seguira’, quali saranno le reazioni. Tutti devono cominciare a deporre le armi”. E se e’ vero “che la responsabilita’ e’ in capo a Bersani, e’ altrettanto vero che al suo arrivo il segretario ha trovato un partito gia’ scardinato”.
Dunque tocca a tutti “lavorare non solo per salvare il Pd, ma anche per farne il partito che volevamo”. E qui Parisi, parlando di stare in mezzo alla gente, “una prima indicazione importante l’ha data”.
Addirittura Zampa e’ perfino piu’ severa dei ‘frondisti': “Tutti insieme abbiamo distrutto la sinistra. Ora dobbiamo mettere mano in modo serio alla costruzione di questo partito. Dobbiamo recuperare la credibilita’ che avevamo all’inizio e che man mano abbiamo perso”. Basta, dunque, a “correnti, associazioni, fondazioni. Basta ad agire come se fossimo in un congresso permanente”.
Dunque, “sono preoccupata anch’io, ma penso che di queste cose si debba discutere nei luoghi giusti”. Una considerazione che vale per tutti, avverte
Zampa. Che poi dice di averne parlato con Prodi della lettera, “ma non svelero’ neanche sotto tortura cosa ci siamo detti”.
Chi invece dice di non aver sentito Prodi e’ Santagata, peraltro all’estero: “Sicuramente non l’abbiamo sentito per scrivere la lettera”, precisa per escludere una qualche regia di via Gerusalemme. “Noi- aggiunge- rispettiamo la sua scelta di non fare politica”. Santagata ci tiene anche a chiarire che il loro e’ un messaggio a livello nazionale, dunque senza nessuna ricaduta regionale, anche se cinque firmatari sono emiliano-romagnoli.
“La nostra- aggiunge- e’ una critica a fin di bene, una ‘sgridata’ come quelle dei genitori”. Non e’ possibile, per Santagata, “abbandonare la linea. Ultimamente il Pd ha avuto troppe sbandate, per questo- conclude- abbiamo rotto il silenzio”.
(Evi/ Dire) 15:51 28-12-10