Il Presidente del Consiglio attacca i giudici, con gli stessi toni con i quali lo ha già fatto ogni volta che in ballo ci sono state le sue aziende o i suoi interessi. Niente di nuovo quindi. Non è nuovo nemmeno lo stile con il quale attacca l’opposizione e dichiara finito il dialogo.
Lo fa mentre il Presidente della Repubblica invita alla misura e all’equilibrio tra le forze politiche. Niente di nuovo nei toni, niente di nuovo nei contenuti.
Identiche anche le considerazioni che se ne traggono: il Paese non ha bisogno di questo clima e la magistratura ha il dovere e il diritto di esercitare le sue funzioni senza essere continuamente aggredita, così come l’opposizione ha il dovere e il diritto di stigmatizzare toni e contenuti non adatti a chi si è assunto responsabilità così importanti nei confronti del Paese.
Il Presidente del Consiglio avrebbe fatto bene a seguire i consigli del Presidente della Repubblica ed essere più prudente: il DL approvato ieri dal Senato viola l’articolo 111 della Costituzione e cioe’ il principio della ragionevole durata.
Così infatti è sottolineato dalla bozza di parere che e’ stata presentata oggi alla Sesta Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura.
Infine una considerazione e anche questa non è una novità: siamo piuttosto lontani dal profilo di uno statista.