Intervento all’ assemblea cittadina del PD di Bologna
di Sandra Zampa
Bologna era, è e resta una grande città. Una città che ha risorse umane, culturali e materiali per affrontare positivamente il futuro con le sue sfide. Lo voglio dire in apertura del mio brevissimo intervento perché ce ne dimentichiamo troppo spesso mentre avremmo bisogno di riscoprirlo facendo attenzione a non cadere nella trappola (che la destra ci tende) dell’autocommiserazione e del rimpianto del “tempo che fu”.
Bologna, esattamente come la nostra regione, l’Emilia-Romagna, ha retto alla globalizzazione e ha risposto alla crisi economico-finanziaria che dall’America attraversa il mondo occidentale. Adesso è chiamata a rendere ancora più dinamico e robusto il proprio sviluppo in un’ottica internazionale ed europea senza rinunciare, anzi rafforzandolo, al proprio sistema di welfare, il pilastro sul quale ha costruito un benessere diffuso. Lo dobbiamo fare grazie, tra l’altro, a maggiore efficienza della PA e non c’è bisogno che a noi lo spieghi il ministro Brunetta visto che da Bologna è stato offerto al sistema paese un esemplare insegnamento anche su questo versante: qui sono nati il decentramento, l’innovazione tecnologica e la rete dei servizi sociali. Sono queste le cose che danno sostanza all’espressione “pari opportunità”. Bologna deve anche riscoprire il “senso di comunità” mai disgiungibile dalla parola “sicurezza”. A chi potrebbe servire una città militarizzata dove ci si chiude in casa dominati dalla paura? Noi sappiamo che è possibile e che ci possiamo “permettere” una comunità locale che si prende cura di sé e contestualmente accoglie culture ed esperienze diverse. Pensate alla nostra millenaria università che attirando studenti anche da “paesi lontani” ha insegnato alla comunità civile l’accoglienza e la voglia di imparare. Per realizzare tutto ciò è necessario fare “insieme”, perché senza il concorso della società, delle sue intelligenze e volontà, non è pensabile che la complessità dei problemi trovi una soluzione. Occorre davvero che tutti facciano la propria parte: la società da un lato, le istituzioni e la politica, sindaco in testa, dall’altro.
Quanto al candidato alle amministrative 2009 voglio dire una cosa con chiarezza: una volta che si sarà chiuso – e mi auguro che ciò avvenga il prima possibile- il “tormentone” primarie sì, primarie no con l’inevitabile coda del totocandidato, noi dovremo tutti insieme sostenere il candidato sindaco del nostro schieramento. Dobbiamo sostenerlo con forza, con entusiasmo, e senza mai dimenticare che l’avversario sta a destra e non a casa nostra. Io farò questo. Già una volta abbiamo pagato il prezzo della divisione. Anche oggi l’Italia lo paga e il risultato è sotto gli occhi di tutti: dalla guerra a magistrati al prelievo delle impronte ai bambini rom. E tutto questo senza che gli italiani abbiano visto neppure uno dei risultati promessi: né sul fronte del carovita né su quello della sicurezza.
Non dobbiamo mai dimenticarlo: noi abbiamo le carte in regola per vincere. Dunque facciamolo.
Da Bologna deve arrivare un segnale forte e chiaro all’Italia. Qui l’alternativa al governo delle destre c’è e vince perché funziona.