Con un tempismo da guiness dei primati, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto sapere oggi (ieri per chi legge, ndr) all’opinione pubblica italiana di essere “solidale” con l’uomo che l’ha battuto due volte in altrettante sfide elettorali, Romano Prodi.
Solidale per cosa? Ovvio! Per le inutili intercettazioni che un periodico dell’azienda di famiglia, Panorama, ha pubblicato con gran clamore anticipandone i contenuti.
L’intercettato è Alessandro Ovi, intimo amico del Presidente e già suo collaboratore all’IRI, uomo di straordinarie competenze sul versante dell’innovazione e della ricerca, all’epoca (delle intercettazioni) consigliere del Premier Prodi a titolo non oneroso (nessun compenso o benefit per il suo impegno è mai stato previsto a Palazzo Chigi).
Le intercettazioni – abbiamo appreso – sono state effettuate nell’ambito di un’inchiesta sulla cessione di Italtel alla Siemens nella quale non ci sono indagati. Oggetto delle intercettazioni pubblicate: un progetto scientifico da realizzarsi da parte di istituzioni pubbliche (non andato in porto), la ricerca di una soluzione per l’azienda di un nipote (che nulla ha avuto a che fare con risorse o soggetti pubblici) nella quale, di sguincio, entra il nome di un imprenditore amico dello stesso Ovi.
I risultati dell’interessamento di Ovi? Nulla. Per ragioni diverse infatti non gli fu possibile portare a buon esito il proprio impegno.
A che cosa può mai servire una operazione così? Di certo al direttore di Panorama, Belpietro che può millantare l’ennesimo scoop (mica scherzi quelle telefonate di Ovi con la foto di Prodi al cellulare!) della sua redazione.
Ma questo è un fatto trascurabile… la pubblicazione delle conversazioni serve, come evidente a tutti, a far dire al Premier Berlusconi, esattamente quel che ha detto: “la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche… non è che la ripetizione di un copione già visto. E’ grave che ciò accada e il Parlamento deve sollecitamente intervenire per evitare il perpetuarsi di tali abusi”.
Strabiliante: non ha atteso neppure tre giorni tanto ghiotta era l’occasione di poter dire agli italiani che l’eventuale nuova legge contro le intercettazioni non è certo a suo uso personale!
Peccato che il Presidente Prodi ci tenga a far sapere di avere un’unica preoccupazione: la libertà d’azione della magistratura e di non nutrire una particolare contrarietà a che le sue telefonate vengano pubblicate!
E che Ovi, l’intercettato, rivendichi per filo e per segno la correttezza del suo operato.
Non sarà in nome di Prodi, che notoriamente intrattiene relazioni telefoniche con mezzo mondo (il suo numero di cellulare è stato diffusamente utilizzato dai No Tav della Val di Susa, con scambi di sms che immagino pirotecnici!), che la destra e il governo di Berlusconi faranno una legge per impedire ai magistrati di far uso delle intercettazioni telefoniche, uno strumento prezioso per le indagini.
Una riflessione è necessaria invece sul versante dell’uso delle intercettazioni telefoniche da parte dei media. Lo dico prima di tutto da giornalista che ha avuto esperienze professionali “ricche”.
E’ così vero che tutto vale la pena? che l’assoluta mancanza di autodisciplina (un fenomeno spiccatamente italiano) e una certa “docilità” dei giornalisti agli interessi dei loro editori, non producono mostruosità dell’informazione? Davvero la pubblica opinione è in grado di distinguere bene ciò che è corretto e limpido da ciò che non lo è subendo, come avviene, un bombardamento di falsi “scoop”, tutti ampliati dalle televisioni dell’ineffabile Cavaliere? Ho visto secchi di fango ferire persone oneste.
Ma, soprattutto, impedire alla gente comune di arrivare a distinguere. “sono tutti uguali”: questo è stato l’obiettivo della destra presso l’opinione pubblica. E quando è così che vanno le cose chi ci rimette di più sta a sinistra.
Non sarà meglio rifletterci su?