Carissime amiche, carissimi amici,
molte sono le ragioni di preoccupazione e affanno per l’ora presente.
Sembra lontano ormai anche il clima di speranza che aveva accompagnato l’iniziativa referendaria per abrogare l’attuale legge elettorale. Eppure sono passati poco meno di otto mesi dalla consegna delle firme in Cassazione.
La rapidita’ con cui precipita la situazione sociale e politica e’ tanto grande da farci correre il rischio di perdere la memoria esatta dei fatti che, uno dopo l’altro, nel loro accadere, ci hanno portato fin qui.
E’ ben triste dover dire che, sul fronte delle riforme del sistema politico-istituzionale di competenza del Parlamento si poteva e doveva intervenire per evitare l’ aggravarsi della situazione e attutirne la gravita’ della portata.
Invece abbiamo assistito (e assistiamo) a un inseguimento senza fine dei problemi nel tentativo di porvi momentaneo rimedio: dai costi della politica alla legge elettorale e’ andata cosi’.
Ad aggravare la situazione concorre il sistema dell’informazione che, ormai, va ben oltre la carta stampata e il radio-televisivo: sulla rete viaggiano a velocita’ supersonica e senza filtri, denunce di colpe della politica, vere e false. In un rumore assordante e’ impossibile o quasi spiegare all’opinione pubblica dove sta l’inganno e dove, invece, le verita’, di chi sono le responsabilita’, di chi i (pochi) meriti.
Come potranno giudicare coloro che non sanno e non sono messi in grado di conoscere?
Poche, consapevoli persone sanno comprendere che la battaglia piu’ grande, quella per la pienezza e per il futuro della democrazia si sta combattendo altrove, in Europa e sui mercati finanziari internazionali che stanno riducendo la sovranita’ dei paesi e condizionando l’azione dei governi.
Da noi si aggiunge anche un restringimento del ruolo dei partiti, “costretti” a una maggioranza innaturale e a delegare a un altrettanto “innaturale” governo di tecnici le scelte politiche.
Sul fronte della legge elettorale, la si pensi come meglio si crede nel merito, il nostro errore -mi riferisco al PD- e’ stato quello di non avere assunto come fosse una priorita’ la cancellazione del Porcellum, esigendo senza scoraggiamenti e titubanze di cambiare quell’orrido sistema che ripugna ai cittadini. Doveva essere la prima battaglia da fare.
Mi si obiettera’ che per fare le leggi ci vogliono i voti. Verissimo. Ma si e’ valutato l’ effetto che avrebbe avuto sull’opinione pubblica ribadire ogni giorno che noi pretendevamo l’abrogazione del Porcellum votato il 21 dicembre 2005 da Forza Italia, AN, UDC, Lega, contro le forze del centrosinistra allora in parlamento, DS, DL, IDV e PRC?
E che a non volerla cambiare erano quegli stessi leader che oggi sembrano non averne mai sentito parlare, come Fini e Casini?
Se la discussione per la riforma si fosse aperta quattro anni fa, oggi non saremmo costretti a fare i conti con l’ipotesi che nulla accada. Per non dire della “svendita” delle condizioni irrinunciabili per il PD per una nuova legge elettorale (la cui assemblea nazionale ha votato per il maggioritario a doppio turno).
Non affronto il tema della riforma costituzionale che ha di recente avviato l’iter al senato. Basti citare il parere di illustri costituzionalisti (Carlassare, Onida, Allegretti, Azzariti, Dogliani, Manzella, Ferrajoli) ospiti sabato a Bologna dei Comitati Dossetti che l’hanno definita “una riformetta” per altro “dannosa” e hanno chiesto che venga cestinata.
A tutti coloro che si sono adoperati per il successo del referendum elettorale, che non si rassegnano a una politica sempre piu’ piccola nelle ambizioni e sempre piu’ distante dalla societa’, credo possano interessare due documenti.
Il primo, che trovate qui, e’ l’invito, a firma della senatrice Albertina Soliani e dell’onorevole Antonio La Forgia, ad un incontro a Bologna (19 maggio) su legge elettorale, riforma costituzionale, Europa, governi nazionali e mercati finanziari.
Il secondo e’ un articolo del Presidente Prodi che affronta appunto il tema della perdita di sovranita’ nazionale, dell’Europa con Hollande e dei mercati finanziari. Potete leggerlo qui sul suo sito.
A presto,
sz