Lettera al Corriere della Sera, sull’intervista a Franco Bassainini del 16 novembre.
Caro direttore,
leggo con autentica sorpresa alcuni passaggi dell’ intervista a Bassanini. Tra le altre colpisce davvero l’affermazione secondo la quale, all’indomani delle elezioni del 2006, il premier Romano Prodi avrebbe commesso “il grave errore” di rifiutare “la collaborazione” con la coalizione di centro destra guidata dal suo sconfitto leader Silvio Berlusconi.
Al di là delle valutazioni sull’opportunità politica di questa opzione, non credo si possa permettere che la storia venga riscritta magari per ragioni di convenienza e, soprattutto, tradita con la diffusione di affermazioni non vere. E poiché penso che il bene del Paese richieda il rispetto della verità, la verità che certamente anche Bassanini dovrebbe ricordare è che per settimane e mesi, da parte delle forze di centrodestra e dei suoi leader, fu messa in atto una delegittimazione radicale di coloro che avevano vinto.
Credo non ci sia italiano che non ricordi l’accusa contro Prodi e tutte le forze del centrosinistra di avere fatto ricorso a “brogli” elettorali. Un’accusa ripetuta e ripetuta fino alla pretesa di un rigoroso controllo di 60.000 verbali e la riapertura di “un milione e 100.000 schede annullate”. Un’accusa ripetuta anche al termine delle verifiche e dopo che la Cassazione aveva proclamato la vittoria dell’Unione. Un’accusa paradossale se si pensa che la responsabilità delle operazioni elettorali faceva capo all’esecutivo guidato da Berlusconi.
Fu lo stesso Berlusconi a denunciare, ancora il 22 maggio (a Porta a Porta), che la Cassazione aveva fatto male il proprio lavoro e a sostenere che, poiché i brogli c’erano effettivamente stati, occorreva accertarli e tornare alle urne. A quanto pare solo Bassanini non ricorda che Berlusconi si recò dal Capo dello stato a denunciare le irregolarità nel voto e che minacciò, con il sostegno di suoi parlamentari, di affidare le sue ragioni alla piazza.
Al Presidente del Consiglio Prodi, fu negato da Berlusconi anche il gesto di cortesia istituzionale della telefonata di congratulazioni. Quella che Mc Cain ha fatto a Obama rivolgendosi a lui come al “suo Presidente” e che ha tanto colpito la pubblica opinione. Quanto alla rivelazione della paternità del cosiddetto “piano Rovati”, anticipato nel corso di una cena a casa di amici e su cui centrodestra e media italiani hanno tanto esternato e speculato, ho provato a ricordare consultando anche i giornali di allora, se nei giorni delle polemiche, Bassanini si fosse fatto vivo al riguardo. Giudichi il lettore se non sia peggio il pieno di memoria di oggi o il vuoto di memoria di ieri.
On. Sandra Zampa
portavoce di Romano Prodi
Bologna, 16 novembre