Si discute in questi giorni di Ulivo, di PD e di futuro.
Incerti sul cammino da prendere per uscire dalla crisi, anche progettuale oltreché di contenuti, e dopo una sconfitta severa, resa ancor più’ grave dall’esito del voto in Sicilia.
Di Ulivo si discute anche sotto le Due Torri dove, nel 1995, e’ nato. E’ utile richiamare questo dato alla memoria nostra e della nostra città, perché ci rende consapevoli della forza del coraggio e dell’innovazione in politica.
Coraggio e innovazione ci sono richiesti anche oggi per superare la crisi che ha investito il PD e magari per lanciare, proprio dalla nostra terra, come avvenuto nel 1995, le ragioni della vittoria.
E’ evidente che l’Ulivo di cui si discute in queste ore altro non e’ che il cuore del PD. Sostenere oggi, dunque, che occorre ripartire da quella esperienza straordinaria, non può certo implicare il recupero del simbolo ulivista o delle bandiere verdi che hanno accompagnato tante battaglie e festeggiato tante vittorie. Ne’, più’ in generale, può significare un ritorno al passato.
Deve essere, al contrario, occasione per riscoprire il significato più autentico dell’Ulivo: aperto alla società, partecipato, a spiccata vocazione di governo, bipolare, laico, inclusivo.
Ciò significa- se di alleanze si vuole parlare- che l’Ulivo ha saputo misurare sui contenuti, nella condivisione di priorità di programma, la propria vocazione di governo.
E’ vero: l’Ulivo non e’ riuscito a superare sempre, e soprattutto in occasione delle due esperienze di governo centrale- entrambe guidate da Romano Prodi- la prova delle alleanze. Ma ciò non e’ avvenuto per un eccesso di Ulivo.
Al contrario. Ciò è avvenuto perché si e’ dubitato della sua efficacia. Un esempio chiarisce meglio di qualunque riflessione a cosa mi riferisco: nel 2005, in occasione delle politiche, non fu possibile presentare una lista unitaria dell’Ulivo al senato dove i partiti di centrosinistra preferirono correre da soli. Il risultato al senato e’ noto e sta all’origine della fine del secondo governo Prodi.
Sono dunque le incertezze, lo scarso coraggio, il prevalere delle ragioni identitarie dei partiti che ignorano ciò che la società esige a far danno alla politica.
Occorre non ripetere quegli errori per tornare a vincere con quello slancio e quell’entusiasmo nella politica che l’Ulivo ci ha fatto scoprire tanti anni fa.