Il PD annuncia la manifestazione con le altre forze di centrosinistra e l’ostruzionismo in Parlamento. Bersani: “La responsabilità è del Governo, non si attacchi il Quirinale”. I commenti del PD sul decreto.
Dopo le leggi ad personam per tutelare interessi privati del premier, ecco che si fanno le leggi su misura per le liste regionali del Pdl per sanare i pasticci provocati dai loro dirigenti locali.
Il trucco c’è e si vede. E il Quirinale non c’entra: “Lasciamo fuori il Presidente Napolitano. Non è il suo mestiere entrare nel merito dei decreti. Il governo ha la responsabilità di questo decreto. E’ a lui che bisogna rivolgersi” ha affermato Pier Luigi Bersani, a Genova per l’apertura dalla campagna elettorale.
Per questo i partiti di centrosinistra dopo le iniziative di oggi a Roma, Milano, Torino annunciano per sabato prossimo una manifestazione nazionale a Roma, mentre i capigruppo del PD al Senato e alla Camera annunciano l’ostruzionismo su tutti i provvedimenti governativi.
Il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, nel primo pomeriggio annuncia la convocazione per domenica sera alle 20.30 del coordinamento politico presso la sede del partito in via Sant’Andrea delle Fratte. Intervistato in Liguria prima dell’intervento di apertura della campagna elettorale per le regionali spiega come “a partire da oggi faremo una mobilitazione anche nelle sedi giurisdizionali, i Tar sono ancora aperti, faremo una mobilitazione mi auguro fino alla Corte Costituzionale”. Ma nessun ritiro dalla competizione elettorale da parte del centro sinistra, come viene chiesto sul web e su alcuni giornali “perché con l’Aventino non abbiamo mai risolto niente. Capisco la scossa e il turbamento, soprattutto nella situazione del Lazio perché la soluzione trovata è incredibile, tre volte incredibile. Detto questo, con l’Aventino non abbiamo mai risolto niente”.
Il decreto pubblicato in Gazzetta è un vero e proprio condono, un provvedimento che serve solo a occultare gli errori e le divisioni, a sanare il vero e proprio pasticcio combinato da una destra che pensa di vincere calpestando le regole. Contro il decreto il Pd e l’intero centrosinistra promuovono una manifestazione nazionale a Roma, che si svolgerà sabato prossimo nel pomeriggio. Contro la destra dei sotterfugi e degli imbrogli la parola d’ordine sarà: per vincere, sì alle regole, no ai trucchi.
Lo facciamo perché “il governo ha intera la responsabilità di aver consumato un ultima violazione delle regole democratiche – come ha dichiarato Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del Pd – si vogliono coprire le divisioni, i malumori, le inadeguatezze del centrodestra e si trucca la partita elettorale per vincere, costi quel che costi. Non accettiamo questa arroganza del potere che calpesta i principi della democrazia e mette a rischio i fondamenti della convivenza civile. Mobiliteremo tutti i democratici del Paese, e anche tra gli elettori del centrodestra sono tanti quelli che oggi sono le prime vittime di una classe dirigente di irresponsabili e di azzeccagarbugli. Il voto di marzo sarà anche l’occasione per far vedere che si sta allargando il divario tra il centrodestra e il sentire profondo degli italiani”.
Mentre in Parlamento sarà ostruzionismo su ogni provvedimento come annunciano in una lettera inviata dai presidenti dei Gruppi Pd di Senato e Camera , Anna Finocchiaro e Dario Franceschini a Schifani e Fini. Poche righe per annunciare la linea dura: “Signori Presidenti, è nostra opinione che il decreto legge ieri approvato dal Governo in materia elettorale rappresenti un gravissimo precedente nella storia repubblicana. È evidente che questo atto avrà immediate conseguenze sul nostro atteggiamento parlamentare. Abbiamo ritenuto doveroso informarVi preventivamente”.
Sarà il blocco dell’attività parlamentare. Primo passo alla Camera, l’iscrizione a parlare di numerosi deputati nella discussione sull’Agenzia per i beni sequestrati alla mafia in calendario lunedì. Stesso discorso per il voto finale sulla conversione del decreto sugli Enti locali, per non parlare dello stesso decreto interpretativo sulle regionali il cui iter prenderà il via proprio da Montecitorio. A finire sotto la “tagliola” del blocco del Pd, invece, al Senato sarà primo tra tutti il legittimo impedimento, atteso a palazzo Madama da martedì prossimo.