La portavoce Zampa: “Lo strappo prima dei 101″
Intervista a Sandra Zampa su La Stampa del 10 novembre 2013
“La verità è che Prodi non doveva essere tirato dentro questa vicenda”. Sandra Zampa, storica portavoce di Prodi, è una delle persone più vicine al Professore dentro il PD.
Che impressione le fa questo intervento di Prodi? A molti è parso naturalissimo, persino umano. che non voglia più votare le Primarie di un partito che lo accoltellò nella corsa al Quirinale.
“Il Professore non ha questo atteggiamento in conseguenza del voto dei 101 franchi tiratori. Semmai è un episodio precedente, quello decisivo“.
Lo può ricordare?
“Per lui fu dolorosa e sconcertante la giornata del 13 aprile. Ricorderà, Berlusconi va a bari alla Fiera del Levante e in sostanza dice ai dirigenti del centrosinistra di non sognarsi neanche di poter proporre il nome di Prodi per il Quirinale. Ecco, per tutta quella giornata ci fu un silenzio assoluto del PD dinnanzi a questo diktat. Non disse una parola nessuno”.
Incredibile, lo si notò anche allora. E dopo che successe?
“Ci volle un giorno intero perchè Rosy Bindi, Graziano Delrio e Nichi Vendola manifestassero disagio. Vendola ammise <<Io devo dire che mi sento anche in imbarazzo…>>”.
Poi c’è la giornata in cui 101 franchi tiratori impallinano il fondatore dell’Ulivo, l’unico ad aver mai vinto le elezioni politiche contro Berlusconi. Per tanti, il PD è finito lì.
“Prodi la sua verità l’ha detta. Lui non si aspettava certo di salire al Quirinale, non l’aveva cercato, semmai era stato chiamato dal Mali, dove si trovava. Certo, pensava che gli sarebbero mancati 40-50 voti, ma alla fine furono molti di più. Qualcosa che fece pensare ad un’organizzazione”.
In un libro da poco uscito, due collaboratori di Bersani – Stefano Di Traglia e Chiara Geloni – sostengono che ai 101 non si sarebbe mai arrivati <<senza i 41 renziani>>. Un’accusa durissima. Lei che ne pensa?
“Che ci sono momenti in cui è meglio assumersi le proprie responsabilità e ammetter che si è sbagliato”.
Di Renzi cosa pensa?
“Nel mio libro (I Tre Giorni che Sconvolsero il PD, Editori Imprimatur, ndr) non solo si dimistra che Renzi non c’entra col boicottaggio, ma anzi, ho una mia idea: proprio il fatto che si fosse diffusa la voce che Renzi era per Prodi ha aumentato in tanti la voglia di colpire, perchè colpivano sia Prodi sia Renzi”.