Intervento di Sandra Zampa al convegno “La lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori” a Ferrara il 21 novembre 2016
Carissimi amici,
desidero innanzi tutto esprimere profonda gratitudine per il vostro prezioso lavoro, il vostro impegno e la vostra attenzione alla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza. Sono onorata dell’invito che mi avete rivolto per un saluto a questo incontro che si sviluppa nel contesto della Giornata europea per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali
promossa dal Consiglio d’Europa.
Il Parlamento italiano ha dato ratifica, con la Legge 1 ottobre 2012 n.172, alla Convenzione di Lanzarote, il primo strumento internazionale che sancisce come reato l’abuso sessuale di minori. La legge modifica il nostro ordinamento penitenziario e il codice penale italiano introducendo nuovi reati quali l’adescamento attraverso la Rete, l’istigazione e l’apologia delle pratiche di pedofilia e pornografia. La ratifica ha costituito un passaggio dirimente e fondamentale, inasprisce le pene, introduce l’aggravante se l’abuso è subito da un minore con meno di 14 anni, rende più efficace il perseguimento di questo tipo di reati e prevede maggior protezioni alla vittima.
Ma non basta ancora. I minorenni maltrattati in Italia, seguiti dal servizi sociali, sono 91.272. Più numerosi al Sud e al Centro rispetto al Nord: 273,7 e 259,9 ogni mille, contro i 155,7 casi al Nord. Per il 55% dei casi si tratta di trascuratezza materiale e affettiva, il 19% assiste alla violenza e il 14% subisce violenza psicologica. Bambine o ragazzine adolescenti e stranieri le due categorie più colpite. Secondo i dati raccolti in Italia su 1.000 bambine seguite dai Servizi Sociali, 212,6 sono in carico per maltrattamento,rispetto a 193,5 maschi seguiti per la stessa causa. I bambini stranieri sono più vulnerabili: 20 bambini ogni 1.000 contro gli 8,3 su 1.000 degli italiani sono esposti ad abuso e maltrattamenti.
Ieri ricorreva la giornata mondiale dell’Infanzia. Questi i dati che più colpiscono. Sono 6 milioni i bambini che muoiono ogni anno per cause prevedibili; 50 milioni sono quelli sradicati; 250 milioni vivono in paesi colpiti dal conflitto; 385 milioni in condizioni di povertà estrema e più di 250 milioni di bambini in età scolare non stanno ricevendo un’ istruzione.
Appare evidente che la battaglia per la tutela di ogni bambina e di ogni bambino e adolescente è ancora molto lunga e difficile. Nel nostro Paese come nel mondo.
Non bastano le leggi, che pure sono cardine fondamentale, non bastano le convenzioni se non saranno tradotte in pratiche quotidiane di accoglienza, cura, ascolto, protezione. Solo qualche giorno fa il Presidente della Repubblica ha voluto esprimere con parole sensibili e attente la sua attenzione per l’Infanzia. Gli siamo grati per questo, per aver voluto ricordare che sono i bambini la speranza del Paese e abbiamo il dovere di offrire loro un futuro, a cominciar da quelli che si trovano oggi in difficoltà. Punto centrale in questo contesto sono l’istruzione e la cultura che rappresentano la vera opportunità per uscire dall’isolamento e dalla emarginazione. E’ quanto ci chiede la Costituzione.
Adolescenza e infanzia in Italia restano fortemente segnate dalle irrisolte e peggiorate difficoltà economiche delle famiglie. E’ la povertà che fa pagare loro il prezzo più alto. L’ aumento del numero delle famiglie in povertà, oltre un milione di minori in povertà assoluta, la crisi del welfare con l’arretramento dei servizi sociali, gli alti livelli di dispersione scolastica, il lavoro minorile e le crescenti diseguaglianze, la riduzione delle opportunità educative sono indicatori che ci permettono di misurare la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza e la necessità di interventi mirati a migliorare, in fretta, la loro situazione.
Parlamento e Governo hanno già compiuto alcuni passi importanti con l’istituzione di un fondo per il contrasto alla povertà educativa e con il disegno di legge sulla povertà. Ma siamo tutti consapevoli che c’è ancora molto da fare. Da troppi anni si è trascurato l’impatto che la crisi economica stava producendo sui più piccoli, come, tra l’altro, ha evidenziato l’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza sulla povertà minorile, del cui documento finale sono stata relatrice. Di grande rilievo è anche la conquista della legge per i minori migranti non accompagnati, approvata dalla Camera due settimane fa. E’ stato un grande risultato, ma ora occorre che il Senato dia presto il via libera sia al ddL sulla povertà, sia alla legge per i minori.
Nella lotta al contrasto degli abusi non possiamo ignorare che ancora è troppo frequente l’inadeguatezza del sistema della giustizia minorile, lenta è l’affermazione del diritto dei minori alla tutela, colpevole l’assenza di strutture dove prendersi cura delle vittime. Non sono più differibili l’istituzione di un sistema informativo omogeneo di raccolta dati sul maltrattamento e di un coordinamento interistituzionale sul fenomeno, un piano nazionale di contrasto e cura, l’adozione di linee guida nazionali per la protezione della violenza sui bambini e gli adolescenti e l’armonizzazione degli strumenti di rilevazione precoce del maltrattamento.
Ma dobbiamo anche concentrare i nostri sforzi su una campagna educativa e comunicativa capillare e fortemente persuasiva che metta al centro il diritto di ogni bambino a crescere senza subire violenza, senza assistere alla violenza. Dobbiamo insegnare alle vittime le strade per difendersi, fare sentire loro la prossimità attenta e vigile delle Istituzioni, dobbiamo insegnare l’inviolabilità del corpo e della psiche di ogni bambina e bambino perché mai più si debba assistere ad abusi e violenze e all’omertà che nega, alla paura che fa cancellare le tracce dei colpevoli, al silenzio e all’indifferenza di chi sa, vede, assiste e non denuncia. Sono ancora recenti le ferite dolorose e insanabili dei casi di violenza di Parco Verde di Caivano e di Melito dove in un clima di omertà diffuso si sono compiuti atti ripugnanti contro bambini e una ragazzina che all’epoca in cui sono cominciate le violenze aveva solo 13 anni.
Così come il Presidente del Senato Pietro Grasso ci ha ricordato solo qualche giorno fa: “Non c’è dubbio che le Istituzioni debbano farsi carico del compito di fare in modo che ogni bambino possa realizzare i suoi sogni”. Aggiungerei che dobbiamo fare in modo che ogni bambino riesca ancora a sognare il proprio sogno.
Buon lavoro a tutti
Sandra Zampa