I CIE sono lager pagati dagli italiani dove le condizioni di vita sono oltre la vergogna

Carissime amiche e carissimi amici,
ieri sono tornata al CIE di Bologna e come sempre ho trovato una situazione drammatica. Nei cinque anni della legislatura scorsa ho visitato altre strutture, oltre a quelle di Bologna e Modena, e la situazione resta invariata, anzi peggiorata se possibile.

E’ urgente che il nostro paese cancelli questa tragica realtà che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Muiznieks, ha denunciato come violazione dei diritti umani.

Insieme alle colleghe Rita Ghedini e Donata Lenzi abbiamo già scritto al questore e al prefetto per ottenere un incontro in tempi brevissimi. La proposta di Amelia Frascaroli di un osservatorio all’interno della struttura, gestita da volontari e dunque a costo zero, è giusta e deve al più presto trovare la sua piena realizzazione.

I CIE sono lager, lager pagati dagli italiani, lager dove le persone vengono rinchiuse e dove la dignità umana non è rispettata. Sono un abuso dei diritti delle persone. Sono un’orrore che la società civile non deve dimenticare, un’ingiustizia che la politica, una politica giusta, deve correggere. Questa legge, voluta dalla Lega durante l’ultimo governo Berlusconi e firmata da Roberto Maroni, allunga a 18 mesi i tempi di permanenza nei CIE.

Ho presentato numerose interrogazioni per chiedere la riduzione dei tempi di reclusione dei cittadini stranieri nei CIE e con Rita Ghedini e Donata Lenzi presenteremo l’ennesima interrogazione per sapere quali iniziative il Ministro Cancellieri intenda prendere a tutela delle persone trattenute nel CIE di Bologna,  considerato il peggioramento significativo delle condizioni strutturali, igienico-sanitarie e di gestione complessiva della struttura di Via Mattei.

IMMIGRATI. 3 PARLAMENTARI NEL CIE BOLOGNA. CHIESTO INCONTRO CON PREFETTO

Nella struttura sono entrati Sandra Zampa, Donata Lenzi e Rita Ghedini, tutte del Pd. “I Cie sono lager pagati con i soldi degli italiani”. In visita anche l’assessore bolognese al Welfare, Frascaroli: “Creeremo un osservatorio permanente per vigilare”

(RED.SOC.) BOLOGNA – Le lettere indirizzate alle segreterie competenti sono partite appena conclusa la visita mattutina al Cie di Bologna: le parlamentari del Pd Sandra Zampa, Donata Lenzi e Rita Ghedini, assieme all’assessore al Welfare del Comune di Bologna, Amelia Frascaroli, e alla garante dei detenuti, Elisabetta Lagana’, hanno gia’ inviato al Prefetto e al Questore del capoluogo emiliano le richieste necessarie ad ottenere un incontro che Zampa definisce “urgentissimo”.

L’oggetto della discussione sara’ lo stato “di totale degrado in cui versa il Centro di identificazione ed espulsione di via Mattei, per capire quali possano essere eventuali soluzioni affinche’ le condizioni di permanenza dei migranti presenti all’interno possano migliorare”. Gia’, perche’ “la’ dentro si sta peggio che in prigione – racconta Zampa – e i diritti umani piu’ basilari non sembrano rispettati”.

Dello stesso parere anche Amelia Frascaroli che sottolinea come strutture del genere siano “incostituzionali”. La rappresentazione che Zampa e Frascaroli fanno del Cie bolognese si riassume con termini forti: “Lager pagati dagli italiani, che devono sapere come vengono spesi e sprecati i loro soldi”, sostiene la deputata. O “strutture ai livelli minimi di umanita’- aggiunge l’assessore- dove mancano anche le cose piu’ semplici, la sporcizia resta per terra e i vetri sono rotti”.

Le cause di tutto cio’ non sono da imputare solo ai nuovi gestori, pero’, e non solo alle gare di appalto al ribasso per la gestione
del Centro. Secondo Frascaroli “le scelte sono sbagliate a monte, tutte quelle fatte negli ultimi anni”. Ma “adesso e’ arrivato il momento di verificare quale sia l’utilita’ di posti del genere”, ribadisce Zampa.

Sotto accusa anche la Prefettura bolognese “non esente da colpe, perche’ la struttura non doveva essere lasciata in condizioni che paiono di abbandono”. Inoltre, “il Prefetto non ha vigilato a sufficienza affinche’ il passaggio di gestione tra Misericordia e il consorzio L’Oasi avvenisse secondo logica”. Cosi’, spiega la deputata del Pd, “mentre i vecchi gestori smobilitavano, portandosi tutto con loro, i nuovi entravano senza avere il materiale e gli strumenti pronti per gestire la struttura. E dire che hanno anche avuto tre mesi di proroga”.

Il risultato “e’ che i ‘trattenuti’, perche’ di questo si tratta e non di ‘ospiti’ spiegano, vivono in condizioni non accettabili. Tutta la struttura non e’ accettabile”, prosegue Zampa. E allora, oltre alla richiesta di incontro con gli organi competenti, Frascaroli propone che “all’interno del Cie venga creato un osservatorio permanente per vigilare in modo attento e costante”.

L’idea dell’assessore comunale sarebbe, inoltre, “a costo zero per l’amministrazione, perche’ l’osservatorio sarebbe gestito da associazioni, e all’interno della struttura opererebbero dei volontari”. La bozza di proposta, rivela Frascaroli, “e’ gia’ stata mandata al Prefetto, che si e’ detto disponibile”. I tempi tecnici non sono ancora noti, “ma a breve si potrebbe partire con l’organizzazione”.

Di fatto, pero’, “non si capisce come mai, per intervenire, le cose debbano essere segnalate all’infinito – attacca Zampa – noi abbiamo sollecitato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri piu’ e piu’ volte, ricevendo assicurazioni mai mantenute“. Zampa sostiene infatti di non aver mai visto ne’ un rapporto scritto, ne’ una proposta ufficiale di Cancellieri, la quale “dovrebbe
spiegarci come mai, siccome e’ ancora ministro”. Ed e’ proprio nelle decisioni prese dal Governo che secondo Zampa e Frascaroli dovrebbe cambiare qualcosa: “Purtroppo le competenze sul Cie non sono dell’amministrazione comunale – conclude l’assessore- e anche la Prefettura non puo’ esimersi dal seguire le direttive nazionali”.

Resta il fatto, termina Zampa, che “dopo le critiche provenienti dall’Unione Europea sulle condizioni dei nostri Cie e delle nostre prigioni, qualcosa bisogna fare, soprattutto perche’ le condizioni di vita dei ‘trattenuti’ sono oltre la vergogna: ci sono malati che sembrano sedati e fissano il muro nelle celle; ci sono sieropositivi che rischiano la propria salute e mettono a rischio quella degli altri; c’e’ una donna con l’hiv, madre di tre bambini, che non puo’ restare li’ dentro malata com’e'”.

(Giovanni Baiano) (www.redattoresociale.it) 16:15 10-01-13

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