Migranti, il dramma dei bambini soli
Articolo di Daniela Fassini su Avvenire del 3 maggio 2016
È un esercito di invisibili, i più fragili. Sono quasi 90mila i baby-migranti soli sono giunti in Europa nel 2015. Secondo l’Eurostat, l’agenzia europea di statistica che ha diffuso i dati, quattro volte circa il numero di quelli registrati nell’anno precedente, il 2014. Anno che aveva già più che raddoppiato gli arrivi degli anni passati. Tra il 2008 e il 2013 il dato è stato infatti pressochè stabile, tra gli 11mila e i 13mila, fino a 23mila minori non accompagnati nel 2014. Numeri record, quindi, che confermano l’emergenza verso la categoria più fragile dei migranti che fuggono dalla guerra e dalla fame. Spesso infatti quando si parla di minori non accompagnati, addirittura il 13% di loro ha un’età inferiore ai 14 anni.
Si tratta quindi di bambini che lasciano la famiglia e affrontano i pericoli del viaggio da soli, col sogno di una vita nuova ma, soprattutto aiutare i genitori o i fratelli a ricongiungerli, una volta ‘sbarcato il lunario’ in Europa. Ma il lunario spesso si traduce in sfruttamento, violenza e degrado. Dei piccoli che giungono in Europa sono in molti infatti poi a svanire nel nulla. Allontanandosi dai centri di accoglienza, spesso infatti i minori stranieri rischiano così di finire nella rete della malavita.
Dallo sfruttamento lavorativo, allo spaccio fino alla prostituzione. Costretti a vivere in ghetti, ai margini della società. La maggior parte di questi minori non accompagnati, rispetto a tutto il gruppo dei richiedenti asilo under 18, si è registrato in Italia, dove il 56% dei minorenni che chiedevano protezione erano soli. «Questi dati non ci sorprendono – commenta Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children – perché gli arrivi di minori non accompagnati, solo nei primi tre mesi di quest’anno, sono stati oltre 2.600, mentre nello stesso periodo, un anno fa, erano solo 600. Dal primo gennaio ad oggi sono già oltre 4.100».
Il numero più consistente arriva dall’Africa subsahariana. «Abbiamo accolto un nutrito numero di minori provenienti dal Gambia – aggiunge Di Benedetto – dalla Nigeria e dalla Costa d’Avorio». Da quando si è aperta la rotta della Grecia, racconta la portavoce della Ong internazionale, c’è stata una riduzione di famiglie con minori, che hanno preferito affrontare il viaggio più breve dalla Turchia alle isole greche dell’Egeo. Con la chiusura poi della rotta balcanica e l’arrivo della bella stagione, l’organizzazione impegnata da anni per la salvaguardia dei diritti dei bambini, teme l’impennata degli arrivi. Alla luce dei dati diffusi e di fronte alla drammaticità degli eventi, Save the Children rilancia l’appello all’Unione europea.
«Chiediamo che l’Europa crei percorsi sicuri e legali in particolar modo per i minori – aggiunge Di Benedetto –. L’Europa continua ad affrontare questa crisi nell’ottica della salvaguardia dei propri confini mentre poche misure sono state prese per un’accoglienza adeguata nei confronti dei minori. In Italia c’è ancora una legge ferma in commissione. È importante individuare strutture di prima accoglienza ad alta specializzazione».
Save the Children appoggia la promozione dell’affido familiare. «Una pratica che noi vorremmo si diffondesse di più – spiega la portavoce – si tratta solo per un breve periodo nel quale, però, il minore solo può trovare un ambiente più consono alle sue esigenze». L’Italia nel 2015 ha accettato in totale 4.070 richieste di asilo di minori non accompagnati, tutti africani: 1.200 dal Gambia, 580 dalla Nigeria, e 450 dal Senegal. Per Eurostat è invece la Svezia il Paese europeo con il maggior numero di minori stranieri non accompagnati che chiedono asilo: su 88.265 minorenni giunti in Europa nel 2015, ben 35.250 sono stati presi in carico dalle autorità di Stoccolma. Si tratta del 40% del totale arrivato nei Paesi dell’Unione europea.
Un impegno che supera di gran lunga quello della Germania, secondo Paese Ue per numero di minori non accompagnati accettati nel Paese (14.440). Svezia e Germania insieme hanno accolto più della metà degli under 18 giunti in Europa da soli lo scorso anno (49.690). Il terzo Paese dell’Ue per numero di minori non accompagnati accolti è l’Ungheria (8.805), seguita dall’Austria (8.275). Segue poi l’Italia, al quinto posto per numero di accoglienze, con 4.070 domande di asilo accettate.
«Sono numeri raccapriccianti» commenta la deputata Sandra Zampa, vice presidente del Pd e della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza. «Perché spesso i minorenni soli vengono adescati dalla malavita e dalla microcriminalità e parte di loro potrebbero anche essere vittime di tratta. Questo ci conferma la necessità di avere delle norme, l’Europa deve produrre un atto collettivo. Solo così, con un’azione comune, si può davvero cercare di tutelare la vita dei minori esposti a guerre e violenze nel rispetto di tutti i trattati internazionali che ne tutelano i diritti. È grave dover constatare che la violenza subita dai bambini uccisi dal terrorismo, sepolti vivi, trucidati solo qualche tempo fa sembri oggi già dimenticata».