Zampa (Pd) e la legge «Inutile commuoversi e non fare più nulla»
Articolo su Avvenire del 2 febbraio 2016
« I dati diffusi da Europol sono molto allarmanti e inquietanti». Non nasconde la preoccupazione, la deputata Pd e vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Sandra Zampa. Lei è anche la prima firmataria di una legge per il riordino dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che porta il suo nome.
«I minori stranieri sono le persone più a rischio fra quelle che affrontano il grane esodo sud-nord – sostiene Zampa – e non solo quelli non accompagnati». Quelli con famiglia, che spesso sono anche i più piccoli, sono costretti a vivere le drammatiche esperienze del viaggio (a piedi, in mare, con il freddo e spesso con poco o senza cibo ed acqua). «Quelli non accompagnati – prosegue Zampa – sono spesso giovani distrutti, che hanno subito ogni tipo di violenza».
Il punto più dolente, rimarca la deputata, «è nella prima fase dopo lo sbarco. L’80% di loro deve mantenere la famiglia lasciata al paese d’origine e devono entrare sin da subito in un sistema protetto. Se ciò non avviene, vengono subito assoldati dalla malavita. Le ragazze finiscono sul marciapiede».
Fra le misure concrete per salvare i bimbi e i minori che fuggono dalla fame e dalla guerra, nella sua proposta di legge Zampa chiede di intervenire nei luoghi di partenza, con l’istituzione dei corridoi umanitari. «Il progetto ordina e mette a sistema tutte le procedure, dallo sbarco alla messa in sicurezza che deve avvenire anche con il supporto degli psicologi e soprattutto in una distribuzione delle presenze sul territorio» spiega.
«C’è una grande commozione quando c’è il cadavere di un bambino su una spiaggia greca – conclude – però poi finisce tutto lì». Anche per Save the Children, il dato di Europol «è un dato importante, che non stupisce e che evidenzia un fenomeno che da tempo come organizzazione stiamo portando all’attenzione sia delle istituzioni che dell’opinione pubblica». Il fenomeno, spiega, Viviana Valastro, responsabile del programma protezione minori migranti, «riguarda soprattutto minori di nazionalità eritrea, somala e siriana. In media hanno un’età tra i 15 e i 17 anni anche se ci sono stati casi di ragazzini più piccoli di 13-14 anni, l’eccezione è il bambino di 11 anni».