Bibbiano: asta strumentalizzare. Ora la politica faccia mea culpa
Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, dal 2013 al 2018 vicepresidente della Commissione infanzia: oggi Lega e Fratelli d’ Italia sfruttano il caso, ma dov’ erano durante l’ inchiesta in cui è emersa la crisi del sistema?
Intervista di Luciano Moia a Sandra Zampa su Avvenire del 23 gennaio 2020
Nel documento che raccoglie gli atti dell’ indagine conoscitiva su adozioni e affidi, realizzata dalla Commissione infanzia e adolescenza tra il 2016 e il 2017 erano già indicate tutte le carenze di quel sistema esploso poi con il caso Bibbiano.
«Ma dov’ erano Lega e Fratelli d’ Italia, che oggi si stracciano le vesti per i minori e pretendono di trasformare Bibbiano in un simbolo anti-Pd, quando abbiamo realizzato quell’ indagine?
Per due anni non ci siamo accorti della loro presenza». Lo racconta Sandra Zampa (Pd), oggi sottosegretario del ministero della Salute, ma dal 2013 al 2018 vicepresidente della Commissione infanzia e adolescenza. «Sono stata zitta per tutti questi mesi anche per rispetto di un’ indagine giudiziaria in corso, ma oggi, di fronte a una strumentalizzazione sistematica, non posso più tacere. Ma come, proprio i due partiti che nell’ ultimo decennio si sono distinti per indifferenza verso il problema minori, sono quelli che stanno cavalcando in modo insopportabile il caso Bibbiano per scopi unicamente elettorali? Se la loro preoccupazione per la situazione del nostro sistema affidi fosse stata sincera, perché non hanno collaborato all’ indagine? E per- ché non hanno degnato di alcuna considerazione, né positiva né negativa, quanto emerso dai nostri lavori?».
Secondo Sandra Zampa, in quelle centinaia di pagine messe insieme in due anni di lavoro, grazie alle audizioni di centinaia tra associazioni, esperti, enti locali, sarebbe stato possibile cogliere tutti gli elementi di crisi di un sistema su cui – come oggi appare evidente a tutti – sarebbe urgente intervenire. E se le forze politiche ne avessero preso consapevolezza e si fossero mostrate concordi nell’ affrontare un’ emergenza che riguarda i bambini, quindi il futuro di tutti, sarebbe stato possibile avviare in tempo le riforme necessarie e magari anche evitare casi drammatici e laceranti, come appunto quello della Val d’ Enza.
Invece, non solo è successo nulla di tutto questo, «ma oggi la piazza del paesino emiliano – osserva ancora il sottosegretario – sarà simbolo della degenerazione della politica. E non certo per colpa del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che nella vicenda Bibbiano non ha alcuna responsabilità».
Non è una difesa ad oltranza dell’ operato del Pd («Anche noi avremmo potuto fare di più») e neppure c’ è la volontà di minimizzare il sistema Bibbiano. Anzi, racconta, nel luglio 2016, nel corso di una delle decine di audizioni, fu ascoltata anche Federica Anghinolfi, fino a giugno 2019 responsabile dei Servizi sociali della Val d’ Enza, oggi al centro delle indagini della procura di Reggio Emilia. In quell’ occasione spiegò l’ attività del suo ufficio. Ed emerse, tra l’ altro che in quella zona gli allontanamenti dei bambini avvenivano con percentuali superiori a quelle di tutti gli altri servizi.
E lei come vicepresidente della Commissione cosa pensò?
«Le perplessità furono tante. Abbiamo anche chiesto ragione di quel ‘primato’». Con quali risultati? «Ci spiegò che tutto dipendeva dall’ efficienza dei loro operatori ». Affermazioni che oggi, di fronte alle carte dell’ inchiesta e alle intercettazioni, suonano come una sinistra profezia. «Ma tre anni fa – osserva Zampa – non c’ erano inchieste in corso. Eppure, quando il parlamento riprese i lavori, sarebbe bastato leggere il nostro documento finale per capire come su tanti aspetti sarebbe stato urgente intervenire».
Ma cos’ era emerso dall’ indagine parlamentare?
Zampa, come del resto abbiamo più volte messo in luce anche sulle nostre pagine, sottolinea tra l’ altro la mancanza di una banca dati nazionali, la necessità di un monitoraggio costante dell’ operato dei servizi e di un controllo delle strutture, l’ esigenza di introdurre una supervisione negli allontanamenti, una terza voce tra giudici e assistenti sociali che possa dare rilevanza alle posizioni delle famiglie. «Si parla di un avvocato del minore. Potrebbe andare bene, ma non perdiamo altro tempo.
Dopo la pubblicazione del nostro rapporto, nel gennaio 2018, il Parlamento si è sciolto e, nella legislatura successiva, nessuno ha più mostrato interesse per quel lavoro».
Un’ indifferenza che ha contagiato sia la nuova Commissione per l’ infanzia e l’ adolescenza, sia i ministri responsabili che, prima dell’ esplodere del caso Bibbiano – è sempre l’ opinione del sottosegretario alla Salute – non hanno brillato per iniziative finalizzate ad incidere sul sistema di protezione dei minori. «Siamo i primi ad essere consapevoli che sarebbe necessaria una grande riforma perché occorre incidere in carenze che riguardano strutture e normative. E sappiamo anche che le risorse a disposizione non sono sufficienti».
Siete consapevoli che di fronte all’ emergenza minori nessun partito può dire di aver fatto tutto il possibile?
«È vero. Di fronte a quello che è successo, la politica intera, Pd compreso, dovrebbe rendersi conto che sarebbe stato necessario fare di più e meglio ma- conclude Sandra Zampa – voglio ribadire che chi oggi strumentalizza il caso Bibbiano non ha le carte in regola per farlo».