“La legge sull’aborto è sotto attacco. Entro un mese nuove linee guida per quello farmacologico in day hospital”
Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute parla della contestata decisione della governatrice leghista dell’Umbria, Tesei, di obbligare a 3 giorni di ricovero per la RU486
Intervista di Caterina Pasolini a Sandra Zampa su La Repubblica del 17 giugno 2020
ROMA – “Entro un mese dovrebbero esserci le nuove linee guida che prevedano l’aborto farmacologico in day hospital o in forma ambulatoriale, a casa quindi, seguite dal medico. Le ultime direttive che parlavano di ricovero risalgono al 2010. Non tengono conto quindi di questi dieci anni di uso della Ru486 che non hanno visto effetti gravi tali da consigliare giorni in ospedale. Per questo il ministro Speranza ha chiesto un parere al Consiglio superiore di sanità, per aggiornare le linee guida. E il motivo della scelta fatta in Umbria dalla governatrice leghista di obbligare al ricovero mi sembra non abbia a che fare con la politica per come la intendo io: passione per chi ti sta accanto, interesse per l’altro”. Sandra Zampa, Pd dalla nascita, sottosegretaria al ministero della Salute, parla con foga ma misurando le parole.
Quale è il vero motivo?
“È un modo di opporre resistenza alla piena realizzazione della legge. Siamo un paese che evidentemente non ha ancora digerito, metabolizzato la 194 sull’interruzione di gravidanza, e così alla prima occasione si cerca di rimettere tutto in discussione. E sempre sulla pelle delle donne, dimenticando il dolore, la difficoltà di una scelta comunque difficile e sofferta”.
Donne contro donne?
“Ecco, la cosa che mi stupisce è proprio questo: la mancanza di solidarietà della governatrice, l’assenza di empatia di una donna nei confronti di un’altra donna, di una cosa così drammatica da vivere come l’aborto. Non sta a me dare giudizi, ma fare di tutto perché le leggi vengano rispettate”.
Difficile, in Italia c’è il 70% di obiettori…
“È vero, è complicato e far rispettare la legge anche perché la media parla di 70% di medici obiettori negli ospedali pubblici, ma ci sono punte anche maggiori in alcune regioni. La pillola abortiva, come viene chiamata, oltre a rispettare la privacy delle donne fino in fondo, consentirebbe di rispettare anche la legge con più facilità nonostante gli obiettori”.
La governatrice Tesei dice che l’ha fatto per le donne per la loro sicurezza.
“Ognuno ha le sue opinioni, ma vorrei che fossero basate su dati certi. E non ci sono dati in Europa, dove ormai quasi tutti praticano l’aborto farmacologico come molte regioni italiane, tali da giustificare il ricovero di tre giorni. Anzi, casomai il contrario. Soprattutto in epoca post Covid”.
Cosa c’entra i Covid?
“Durante la pandemia molti medici hanno insistito sulla necessità davanti ad ospedali sovraffollati e dedicati ai malati del coronavirus, di usare più spesso la Ru486 perché non necessitando del ricovero, era il metodo più sicuro per le donne. Adesso i reparti sono riaperti, ma è meglio tenere letti per le emergenze, lasciando le donne libere di scegliere privacy e ambulatorio. Senza contare che i tre giorni di ricovero, oltre ad essere inutili dal punto di vista sanitario, costerebbero alla sanità pubblica senza dare un miglior servizio alla donna”.
Diminuiscono gli aborti, cresce l’uso della pillola del giorno dopo.
“Ecco credo che bisogna riattivare la legge sui consultori, aumentare la presenza sul territorio per dare più informazione, mezzi e conoscenze per la prevenzione, più servizi alle donne. In modo che siano loro finalmente a decidere”.