Anche Mattarella “stigmatizza” Lotti: ora Zingaretti che fa?
Articolo di Sandra Zampa su Huffington Post del 21 giugno 2019
“‘Indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello stato’”. Abbiamo dovuto attendere le parole inequivocabili del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sgombrare il tavolo dall’argomento su cui, anche in occasione della direzione nazionale del Pd, è stata costruita la difesa dell’ex ministro Luca Lotti. A chi ha cercato di minimizzare quel che è emerso dalle intercettazioni etichettandolo come “prassi” dovrebbe risultare sufficientemente chiaro il giudizio di Mattarella. Gli basterà? Non credo.
Ripensando alle ore trascorse tre giorni fa nella storica sede dem del Nazareno -una direzione fiume se paragonata a quelle dell’era precedente all’insediamento di Zingaretti, sempre scandite dalle esigenza dei media e dalla necessità di far fare le replica al segretario giusto in tempo per il tg- non credo che le parole del Presidente basteranno. Non basteranno a tacitare chi, con toni anche concitati, ha preso la parola per accusare non Lotti, non Ferri, ma, al contrario, i loro (rari) accusatori. In quella direzione confesso di avere scelto la linea del silenzio, avendo per altro affidato in precedenza a questo spazio pubblico il mio pensiero. Per una volta ho preferito stare semplicemente a vedere che piega avrebbero preso le cose. E mi ha colpito che le uniche voci che si sono levate sul caso siano state spese a difesa totale dell’ex ministro dello Sport se si escludono alcuni riferimenti alla urgenza di una riforma del Csm formulati dal segretario nella relazione di apertura.
Anche in questo caso silenzio assoluto sul nome di Cosimo Ferri, il quale è entrato in gioco nella doppia veste di parlamentare e di magistrato in una vicenda che, sempre secondo Mattarella, risulta “sconcertante e inaccettabile” con “conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l’autorevolezza dell’intero ordine giudiziario”.
C’è da chiedersi quanto dovremo attendere ancora perché il gruppo parlamentare assuma decisioni al riguardo. Ho ascoltato parole molto prudenti nella replica con cui il segretario ha chiuso il capitolo rispondendo a chi aveva sollecitato “un chiarimento” riguardo al caso Lotti. Comprendo il suo impegno e le difficoltà nella ricerca dell’unità anche alla luce del disagio che i nostri iscritti, la nostra base, esprime al riesplodere di risse e diatribe interne: si può arrivare fino al punto di auto censurarsi per non entrare in rotta di collisione con sue correnti ma la scelta si imporrà da sola. Ci sarà da scegliere se quel mondo che “sta fuori”, assai più vasto della base dem, e a cui Zingaretti dice di volere e dover parlare conta di più di una pace armata dentro al Pd.