Il “vecchio” continente mi è caro fin da ragazzina. Ho sempre guardato all’Europa come a uno spazio di libertà, tolleranza e pace.
Un insegnamento che mi è stato trasmesso in famiglia. Ho amato l’Europa per la sua capacità di reagire alla guerra che l’aveva lacerata e travolta, per la sua forza nel ricostruire, per avere saputo chiedere perdono- benché mai abbastanza- per gli eccidi nazifascisti, per la sua voglia di giustizia sociale e benessere diffuso, per la saggia solidarietà manifestata (nel passato più che nei tempi recenti) ai popoli che avevano voglia di libertà.
Ricordo la caduta del muro di Berlino, e quella gente felice. Mi sarebbe piaciuto viaggiare molto di più di quanto non ho potuto fare e studiare per un po’ di tempo in qualche angolo d’Europa: non ho potuto permettermelo perché gli Erasmus non erano ancora decollati.
Mi piacerebbe che i più giovani potessero farlo e chiederò ai nostri eletti a Bruxelles di attivarsi perché le opportunità si moltiplichino.
Per ora sono contenta che Stiglitz e Sen abbiano detto quel che potete leggere qui.
S. Z.
I premi Nobel Stiglitz e Sen contro i no euro che li strumentalizzano
Articolo di Andrea Mollica sul blog di Gad Lerner, martedì 15 aprile 2014
In questi ultimi mesi diversi esponenti del variegato fronte no euro hanno più volte citato le critiche di alcuni premi Nobel per l’Economia nei confronti dell’unione monetaria.
Il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha citato più volte questi premi Nobel, tra cui ci sono Paul Krugma, Joseph Stiglitz e Amartya Sen, per corroborare la campagna del Carroccio per l’addio all’euro.
Il Front National di Marine Le Pen ha redatto un dossier dove alcuni di questi economisti sono citati in questo modo: “Economisti e premi Nobel favorevoli alla fine dell’euro”.
Guido Iodice su Giornalettismo aveva già rimarcato la “mezza pattaca” della strumentalizzazioni dei no euro, ma su sollecitazione di Mario Monti due di questi economisti, Stiglitz e Sen, hanno preso nettamente le distanze da chi attribuisce loro l’idea di consigliare la fine della moneta unica.
Ecco come il sito dell’agenzia Ansa ha ripreso il loro comunicato stampa.
“Ne abbiamo abbastanza dell’utilizzo sbagliato delle nostre analisi sul funzionamento dell’euro che viene fatto in Francia e in altri Paesi europei. Siamo assolutamente a favore di un’Europa più unita e, da ultimo, di un’unione politica. L’unione monetaria dovrebbe andare di pari passo con un’unione fiscale e un’unione bancaria, riforme che speriamo vivamente avvengano a tempo debito. Anche se riteniamo che istituire un’unione monetaria senza un’unione bancaria e fiscale sia un errore economico, siamo fortemente “pro Europa” invece che “anti Europa” e vogliamo molto di più che una mera unione monetaria”.