Carissime amiche, carissimi amici,
la grande partecipazione alle primarie del centrosinistra è il segnale che un’Italia migliore esiste, che i cittadini vogliono essere protagonisti e che il governo del nostro Paese deve tornare alla politica. Alla buona politica.
Questo è il primo dato di cui essere tutti soddisfatti: se uno degli obiettivi è riavvicinare i cittadini alla politica, il Partito democratico ce l’ha fatta. La disaffezione e l’astensionismo che hanno contraddistinto le ultime consultazione politiche sembra essere messo in discussione da questa partecipazione alle nostre primarie.
I cittadini ci parlano chiaro se sappiamo ascoltarli: vogliono essere chiamati ad esprimersi prima che i “giochi siano fatti” e vogliono essere protagonisti attivi delle scelte e del cambiamento. Un cambiamento vero non solo di parole.
Grazie alla scelta di Bersani il Pd si è messo in gioco e ha interrogato gli elettori: i dati dell’affluenza, oltre tre milioni, testimoniano che il messaggio è arrivato forte e chiaro.
Così come forte e chiaro va detto che nessuno esce indebolito da questa consultazione, a meno che non si voglia strumentalizzare l’esito della consultazione per fini personali e svilire il significato del voto degli elettori. Buona l’affermazione delle ragioni politiche di Vendola, significativo il dato di Puppato, onesto il dato di Tabacci che ha parlato al proprio elettorato con chiarezza e sincerita’.
Pier Luigi Bersani è in testa e Matteo Renzi ha ottenuto un ottimo risultato: da questo voto il Pd esce rafforzato. Nel ballottaggio misureremo la nostra capacità di un confronto leale e rispettoso cosi’ da trovare, una volta concluse le primarie, una sintesi che rappresenti tutta la nostra potenzialita’ e la vocazione ad essere forza politica di governo.
E questo Bersani ce l’ha molto chiaro in testa: se non avesse inserito il meccanismo del ballottaggio (c’era chi non lo voleva), oggi festeggerebbe con noi la vittoria. Ma chi si candida per essere il nuovo presidente del Consiglio deve avere più del 50% dei voti del proprio elettorato e poter contare sulla lealtà e il sostegno di tutti.
Voglio tornare sulla mia scelta per Bersani. Quando, in occasione del confronto televisivo, ha evocato Giovanni XXIII come figura cui ispirarsi si e’ riferito a un innovatore la cui azione di cambiamento resta nella coscienza di noi tutti come un fatto reale innegabile.
Segno che le sue azioni seppero essere conseguenti alle sue parole. Anche chi vorrebbe poter dimenticare e far dimenticare il messaggio innovatore del Concilio Vaticano II non può ignorare che quell’aria nuova e’ entrata nella Chiesa e nel cuore di milioni di persone.
Pier Luigi Bersani ha in mente proprio questo: unire e non dividere, rinnovare senza sprecare le esperienze, guardare avanti senza dimenticare la nostra storia. Sono convinta che questo messaggio non andrà sprecato e che tra una settimana Bersani vedrà premiata la coerenza, l’ impegno e la fatica e che tutto il Partito democratico uscirà più forte da queste primarie, pronto a raccogliere la difficile sfida che la storia ci impone, la guida del nostro Paese nel momento più drammatico dal dopo guerra. Il torto più grande che oggi potremmo fare al Paese e ai suoi giovani è lasciarli soli ad affrontare il futuro, così incerto e drammatico.
Uniti si vince. Non c’e’ una strada diversa: solo se stiamo insieme, lontani da personalismi e lotte interne, privilegiando il dialogo e il confronto nel rispetto delle regole date, ce la faremo. In gioco, c’e’ il futuro del nostro Paese e dell’Europa.
La vittoria di Bersani alle elezioni rafforzera’ il disegno di un’Europa solidale, unita e non lontana ed ostile al bisogno di crescita e opportunita’ per i suoi cittadini”.
Sandra Zampa
Chiusura della campagna elettorale di Pierluigi Bersani a Bologna